Massimo Costa
I test invernali non avevano svelato
nulla. A differenza delle altre serie, F.1
compresa, Audi, BMW e Mercedes
raramente rendevano noti i tempi, le
condizioni con cui questi venivano
ottenuti. Segreto totale. Si è quindi
arrivati piuttosto al buio alla prima
tappa del campionato DTM, che come
da tradizione ha avuto il suo inizio a
Hockenheim, lo stesso circuito che poi
chiuderà la stagione il prossimo 20
ottobre. Le condizioni di pista diffici-
li da interpretare nel corso della qua-
lifica, prima bagnata poi piano piano
asciutta, avevano reso ancora più
ingarbugliata la matassa da sbroglia-
re e la pole del bravo Timo Scheider
con l’Audi non significava molto dal
punto di vista tecnico. Per fortuna, la
domenica della gara il meteo è stato
clemente e i veri valori in campo sono
emersi. La BMW ha dimostrato di
avere qualcosa in più. Augusto Farfus
si è imposto con intelligenza grazie ad
una guida pulita e perfetta ben soste-
nuta da una impeccabile strategia del
muretto box, quello del team inglese
RBMdi Bart Mampaey. Superato, uti-
lizzando al meglio il DRS, il poleman
Scheider al 4° giro, Farfus assieme a
molti altri piloti è immediata-
mente entrato in pit-lane
quando la safety-car al 5°
pa s s a g -
gio è sta-
ta chia-
mata in
p i s t a
per un principio di incendio sull’Audi
di Adrien Tambay, che poco prima
aveva anche rimediato un drive-
through per avvio anticipato. E così
mentre Farfus effettuava il primo dei
due pit-stop obbligatori, Scheider è
rimasto in pista inspiegabilmente un
giro in più. Quando il tedesco del team
Abt a sua volta ha concluso l’operazio-
ne, si è ritrovato diciannovesimo. Far-
fus ha poi avuto vita facile, giusta la
chiamata al secondo pit-stop che gli
ha permesso di ritrovarsi primo tra
coloro che avevano completato le
soste. E magicamente è scalato al
comando. La gioia BMW è stata dop-
pia perché secondo ha concluso Dirk
Werner del team Schnitzer. La gara
del tedesco è stata sensazionale e for-
se più Werner di Farfus ha mostrato il
potenziale della BMWM3. Lui infatti,
partiva ventesimo e dopo la prima fer-
mata, fatta assieme al brasiliano
quando c’era la SC in pista, ha spinto
fortissimo per diversi giri con le gom-
me Hankook soft. Che evidentemen-
te, abituati a pensare alle Option Pire-
li presenti in F.1 la cui durata è deci-
samente breve, hanno una mescola
ben diversa. Werner ha guidato con
questo tipo di pneumatici per una
trentina di giri, il secondo pit-stop lo
ha fatto al giro 37 sui 42 in program-
ma quando si trovava in testa alla cor-
sa. Una mossa strategica perfetta che
gli ha permesso di andare a prendersi
il secondo posto finale. Unica nota
negativa alla BMW, il ritiro di Timo
Glock, l’ex F.1, per perdita di una ruo-
ta mal fissata al primo pit-stop.
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Farfus vola
verso il
successo