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A FUGA
Dario Sala
Con le due gare ungheresi, il quarto appuntamento stagio-
nale del mondiale Turismo è andato in archivio e con esso
anche il primo terzo della stagione. Quattro appuntamen-
ti che non hanno ancora indicato con certezza chi sarà il
cavallo su cui puntare in chiave campionato. E questo, con-
siderati gli ultimi tre anni, è già un gran bel risultato. Al di
là degli esiti scaturiti dalla pista, le corse ungheresi hanno
detto che il mondiale non sarà una cosa riservata ad Yvan
Muller e alla Chevrolet Cruze della RML. La Honda è arri-
vata per davvero e potrà realmente giocarsela alla pari da
qui in avanti. Aggravata di trenta chili alla vigilia dell'ap-
puntamento magiaro, la Civic su una pista ostica per le
gomme delle vetture a trazione anteriore, non è affatto
andata in crisi. Al contrario. Le prestazioni sono state asso-
lutamente in linea con quelle della Chevy. La vettura della
RML si è presa la pole e una vittoria solo perché a guidar-
la c'era, e c’è, Yvan Muller. Il francese in prova è stato qua-
si perfetto come ha ammesso egli stesso e poi in gara 1 ha
compiuto un altro dei suoi soliti capolavori. Grande par-
tenza (”perchè su questa pista era importante mantenere
la leadershipallaprima virata”), e ottima gestione della cor-
sa e delle gomme. Così, quando l'idolo locale Norbert
Michelisz si è fatto sotto, Muller ha controllato senza ansie
o panico nonostante una sbavatura. La vittoria, il quinto
posto e il contemporaneo ritiro di Gabriele Tarquini gli
danno ora 46 punti di vantaggio in classifica. Un numero
che nel WTCC significa poco.