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FORMULA 1
IL CASO
2009
L’AFFAIRE DIFFUSORI
Passano altri 10 anni, e Brawn diventa il
numero uno del muretto Ferrari e festeggia
titoli a raffica, ma quando, dopo la partenza
di Jean Todt, avanza pretese di leadership,
viene scaricato. Un anno sabbatico e all’ini-
zio nel 2008 lo ritroviamo alla guida del
teamHonda. Quando il colosso giapponese
decide di ritirarsi dalle competizioni,
Brawn lo acquista per la simbolica cifra di
una sterlina e ne diviene “team principal”.
Peccato che, un paio di settimane prima del
mondiale 2009 la neonata comopagine
sembri spacciata. O, per lo meno, questo è
quello che vogliono far credere. Resosi con-
to che la Honda del 2008 era un disastro e
che il colosso nipponico stava meditando il
ritiro, con largo anticipo Ross Brawn ed i
suoi collaboratori si gettano anima e corpo
sul progetto 2009. I soldi della Casa giap-
ponese vengono utilizzati per studiare a
fondo la BGP 001 in quattro diverse gal-
lerie del vento e per scovare tutti i punti
deboli del nuovo regolamento tecnico che
sarebbe entrato in vigore nel 2009, che si
presenta quantomai lacunoso e imperfet-
to. Risultato: a Jenson Button, che nel
2008
sembrava un pilota sul viale del tra-
monto, bastano un paio di Gran Premi per
cancellare il ricordo del “fenomeno”
Hamilton e ritrovarsi, solitario, al coman-
do del mondiale. A questo punto tutti a
chiedersi come sia stato possibile operare
un simile miracolo in così poco tempo.
Come in poche settimane una monoposto
nata per il motore Honda abbia potuto
adattarsi al V8 Mercedes, con i risultati
che tutti conosciamo e per giunta senza il
famigerato kers. Anche se i diretti interes-
sati lo negheranno in più di una occasio-
ne, è più che probabile che l’otto cilindri
made in Germany sia arrivato a Brackley
molto tempo prima, magari grazie ai buo-
ni uffici di chi, nel 2007, aveva impedito
la squalifica del team McLaren, dopo l’af-
faire spy-story. Non si spiega altrimenti
come in così poco tempo i tecnici della
Brawn GP abbiano potuto adattare la raf-
finatissima aerodinamica della GP001 ad
un motore e ad un’accessoristica che pre-
sentano diversi ingombri e, presumibil-
mente, lavorano con temperature di eser-
cizio differenti. Il pregio maggiore dei
progettisti della BGP 001, sapientemente
istruiti da Ross Brawn, è però quello di
individuare aree “indefinite” del regola-
mento 2009, nelle quali è possibile ricer-
care i vantaggi cronometrici che i top team
speravano di ottenere col “kers”. Resosi
conto che il recupero di energia era troppo
dispendioso e difficile da mettere a punto,
il geniale Ross punta tutto sulla semplicità
costruttiva, sull’affidabilità, sul risparmio
di peso, al fine di disporre di quanta più
zavorra possibile e soprattutto su una par-
ticolare interpretazione dell’estrattore
posteriore, che presenta due insoliti “fori”.
Di cosa si tratta?
Sulla Brawn BGP001 vengono praticati due
vistosi “buchi”, tra il piano di riferimento e
quello posizionato a filo delle fiancate. Due
aperture che consentono di estrarre un
maggior quantitativo d’aria dal fondo vet-
tura e di espellerla a grande velocità attra-
verso il diffusore a “V”, incrementando in
maniera significativa la deportanza del
mezzo. I risultati sono sotto gli occhi di tut-
ti: mentre le altre monoposto “tradizionali”
si scompongono in entrata e in uscita dalle
curve, Button e Barrichello viaggiano come
su due binari, avvantaggiati da una soluzio-
ne aerodinamica che, di fatto, ripristina
l’effetto suolo in Formula 1. Niente male
per un team che solo quindici giorni prima
dell’inizio del mondiale 2009 non era certo
di poter prendere il via del campionato. Ma
quando alla guida di un team c’è un certo
Brawn, tutto è possibile. Anche fare accet-
tare certe interpretazioni “al limite” del
regolamento alla F.I.A e rivendere, solo
dopo 12 mesi, la Brawn GP alla Mercedes,
dopo avere conquistato due titoli mondiali,
facendosela pagare a peso d’oro dalla Casa
tedesca....