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FORMULA 1
IL DUELLO
StefanoSemeraro
Ha ormai 83 anni, qualche non trascurabile carico
pendente con la giustizia tedesca, e sua figliaTama-
ra gli ha appena dato un'erede, la piccola Sofia.Ma
nonriesceproprioatrattenersi.Nelleultimesettima-
neBernieEcclestoneaveva fattosaperechesì, ilpen-
sierinodiritirarsigliavevaattraversato ipensieri,ma
deve essere stata la malinconia di un pomeriggio,
visto che all'indomani della gara di Melbourne il
Supremo, imbeccato dalla squalifica di Daniel Ric-
ciardo e dalle polemiche sul GP, ha ricominciato a
spararemissili e granate sul quartier generale della
Fia, all'indirizzodel suo (ex) amicoJeanTodt
«Se c'è un dispositivo che controlla il consumo di
benzina – ha detto al DailyMirror – non vedo che
bisognocisiadistabilirequantabenzinabisognaave-
reall'iniziodellagara. Sene consumi troppa, la fini-
sci: èmolto semplice, ecosì dovrebbeessere».Quel-
lochefaimbufalireilbossingleseèsoprattuttoilperi-
colo che la F.1 si snaturi, e non solo per colpa delle
limitazioni al carburante.
«Laprima cosadanon fareeradi cambiare imotori
– ha continuato - I vecchi V8 andavano benissimo,
anche perché lamaggior parte della gente, anche di
quellache frequenta iGranPremi,nonha laminima
idea di quanti cilindri abbia un motore: se l'anno
scorso fossi andatoachiederlo sulle tribune inpochi
miavrebberosaputorispondere.Noisiamounacate-
goria di anti-endurance, per l'endurance c'è già una
cosache si chiama24OrediLeMans.Nondimenti-
chiamoci che la F.1 fa parte dello show business, la
gente vuole vedere una gara, non il raggiungimento
di unobiettivo tecnico».
AdisturbareBernie, enonècertounanovitàvista la
preventiva(eperdente)campagnacheavevacondot-
to, è anche il poco rumore prodotto dai nuovi V6.
«Mercedes,Ferrari,Renaulthannomesso il silenzia-
tore ai propulsori, ora ci devono restituire il rumore
–hadichiaratoallaSportBild -C'èuna clausola che
li obbliga a fornire unminimodi volume inF.1 (ma
KlausKlotnzer, presidentedell'ADAC, ha smentito).
Fapartedel glamourdellaF.1, tutti inizianoadecci-
tarsi quando si accendono imotori.Mi hanno chia-
mato molti organizzatori degli altri GP, dopoMel-
bourne sono tutti preoccupati di non vendere abba-
stanzabiglietti».Conclusione:«Questimotorivanno
cambiati, e lo si può farenel girodi tregare, agendo
sui collettori».
Ecclestone, contrariamente ai motori che critica, è
bravissimoasollevaremoltorumorecon lesueparo-
le, a suonarecostantemente lagrancassa,ma stavol-
tahatoccatounpuntoveramentesensibile.RonWal-
ker, presidente dell'AustralianGrand Prix Corpora-
tion, ad esempio, ha fatto sapere di «Non essere
disposto a pagaremilioni di dollari per sentire una
specie di ronzio in pista», e molti nell'ambiente la
pensanocomelui.IlrisultatoèchepersinoJeanTodt,
chepure sul downsizingdei propulsori edei costi ha
giocatotutto il futurodellaF.1(edell'automobilismo)
ha ammesso che se davvero gli addetti ai lavori e i
tifosi ritengono che si siano commessi degli errori, è
possibilecorreggerli. «NonvogliounaF.1basatasul-
l'economiadeiconsumi–sièdifeso ilPresidentedel-
laFIA– il limitedi 100kgèstatopropostodai team,
per me non sarebbe un problema portarlo a 110 o
comunque alzarlo. Inoltre aMelbourne c'è stato un
problema legato all'aerodinamica del circuito, che
non èmai stato favorevole ai sorpassi, sono convin-
to che nei prossimi GPne vedremomolti più. Biso-
gna aspettare primadi giudicare». Anche sul rumo-
re Todt si è mostrato possibilista: «Personalmente
trovo ilrumoredeinuovipropulsoriaffascinante,ma
se i fan ritengono che c'èunproblema e i team sono
d'accordo, possiamo trovare unmodo di aumentar-
lo». Un pentimento vero, o una astuta concessione
dialetticadietro laqualesinasconde la fermaconvin-
zione a lasciare tutto come sta?Modificare imotori
in corsa, dopo essere stati costretti a progettarli in
fretta e in furia, non deve essere davvero ai primi
postidelleprioritàdei team, allepreseconmillepro-
blemidiaffidabilità.L'impressioneèche,sempreche
vadabene, questimotori-zanzaradovremo tenerceli
almenoperuna stagione.