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FORMULA 1
GP BELGIO
Filippo Zanier
Doveva essere una cavalcata inarrestabile,
dopo i due secondi rifilati ai rivali più vici-
ni in qualifica. Poteva essere l'ennesima
doppietta della stagione, perché dopo
appena un giro il vantaggio delle due Mer-
cedes su Vettel era già di 1"6 e le due W05
Hybrid sembravano una volta di più su un
altro pianeta. Poi, come se il circuito di Spa
fosse entrato improvvisamente in una real-
tà parallela, al secondo giro del GP il wee-
kend da sogno della Casa di Stoccarda si è
trasformato in un incubo. Nico Rosberg,
che era stato infilato da Lewis Hamilton al
via, ha affiancato il pilota britannico
all'esterno all'ingresso di Les Combes e ha
cercato il sorpasso impossibile nel cambio
di direzione. Impossibile, appunto: l'ala
anteriore del tedesco ha impattato pesan-
temente sul pneumatico posteriore sinistro
dellamonoposto numero 44 e dopo un atti-
mo (che è sembrato eterno) la macchina di
Hamilton ha iniziato a scartare verso sini-
stra, diventando sempre più difficile da
controllare. Foratura, tre quarti di giro da
affrontare su tre ruote e gara rovinata per
Lewis, sosta ai box per cambiare l'ala e
rimonta fino alla seconda posizione per
Nico, che alla fine ha visto l'errore premia-
to dalla classifica: diciotto punti guadagna-
ti sul compagno di squadra, con la classifi-
ca che ora recita un rassicurante più venti-
nove, lo stesso vantaggio che Rosberg ave-
va dopo il Red Bull Ring.
HAMILTON ACCUSA:
L’HA FATTO APPOSTA
Per molti nel paddock, però, la gara si è fer-
mata al secondo giro. È stato così per i
media, curiosi di sapere come la Mercedes
potrà gestire un rapporto tra i due piloti che
appare ormai compromesso. E’ sembrato
lo stesso per il muretto del team di Brac-
kley, dove Toto Wolff e Paddy Lowe fissa-
vano i monitor che mostravano il replay
con facce incredule. Tutti si aspettavano
scintille, ma quando nel paddock sono arri-
vate le prime notizie dal meeting tenuto nel
motorhome Mercedes dopo la gara, la real-
tà è sembrata superare la fantasia: "Ha
ammesso di averlo fatto apposta - ha rive-
latoHamilton parlando di Rosberg - ha det-
to che poteva evitare la collisione, ma ha
scelto di non farlo perché voleva dimostra-
re qualcosa. Non dovete fidarvi di me per
forza, chiedete a Toto e Paddy, sono arrab-
biatissimi con lui".
Per quanto incredibile potesse sembrare,
inizialmente un portavoce Mercedes ha
confermato che le dichiarazioni di Hamil-
ton rispecchiavano "grosso modo" quello
che era stato detto nella riunione. Poi a but-
tare acqua sul fuoco è arrivato Toto Wolff,
negando la volontarietà: "Nico non l'ha col-
pito di proposito, è un'assurdità. Semplice-
mente non ha cambiato linea perché pen-
sava che dovesse essere Lewis a cedergli lo
spazio, voleva dimostrare qualcosa, che lui
non avrebbe ceduto la linea". Al di là di que-
sto, però, per il tedesco arriva comunque la
condanna: "In ogni caso, voluto o no, per
noi resta inaccettabile. Le nostre macchine
potevano vincere e invece sono entrate in
contatto al secondo giro. Ad attaccare è sta-
to Nico, e non doveva farlo".
ROSBERG PROVA
A FARE IL DURO MA…
Se c'è una cosa su cui sia il racconto di
Hamilton sia quello di Wolff concordano, è
che Rosberg voleva dimostrare qualcosa.
Ma cosa significa? Significa che al dodice-
simo GP della stagione, già oltre
metà campionato, Nico
ha sentito il bisogno di
mettere un punto fer-
mo che cambiasse il modo
con cui Hamilton si relazionava a lui in
pista. Lo abbiamo scritto più volte in que-
sti mesi (in special modo dopo il Bahrain e
l’Ungheria), quando si era trattato di duel-
li corpo a corpo fino a ieri tra i due era sem-
pre stato Nico a tirare su il piede, e anzi,
molte volte si era avuta la sensazione che
fosse principalmente merito del giudizio di
Rosberg se i due erano riusciti ad evitare il
contatto a fronte di una certa spietatezza da
parte di Hamilton. Un atteggiamento
responsabile, quello del tedesco, che però
rischiava di essere scambiato per debolez-
za.