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Matrimoni e divorzi. All'orizzonte di Chris
Horner ci sono tutti e due. Nel primo caso
con la bella Geri Haliwell, ex Spice Girl con
cui da tempo fa coppia fissa. Nel secondo,
con addosso non una “suite” da cerimonia,
ma la camicia blu della Red Bull, con la Re-
nault, visto il pessimo inizio di questo cam-
pionato, funestato dalle rotture ripetute
delle power unit francesi. E dai mal di pan-
cia di Dietrich Mateschitz.
«Abbiamo avuto un difficile inizio di sta-
gione – ammette Horner – Non siamo ne-
anche lontanamente nella posizione in cui
volevamo o ci aspettavamo di trovarci. Al-
cuni dei problemi sono fuori dal nostro con-
trollo, tutto ciò che possiamo fare è offrire
il nostro supporto».
Se un anno fa qualcuno avesse detto che la
Red Bull sarebbe stata dietro il suo junior
team, gli avrebbe dato del folle. Eppure in
Malesia è successo, anche se non è durato
a lungo.
«Be', quello è un caso particolare di una pic-
cola parte della stagione. La Toro Rosso ha
fatto un lavoro fantastico, anche se sono
stati sfortunati in Bahrain – ed entrambi i
loro piloti si stanno comportando bene. Ma
un campionato si misura su 19 o 20 gare,
non solo su una. E' bellissimo vedere i più
giovani fare così bene, ma noi non abbiamo
dato grandi possibilità ai nostri piloti.
Hanno dovuto combattere con così tante
cose che spesso guidare diventa quasi un
fattore secondario».
Come mai la Toro Rosso è sembrata quasi
più forte di voi nelle prime tre gare? Che
cosa stanno facendo di diverso con la
power-unit? Hanno quasi la metà del vostro
budget e il team è la metà del vostro.
«Stanno utilizzando la power unit esatta-
mente come stiamo facendo noi».
Allora come mai vi sono così vicini? Fino a
poco tempo fa sembravate appartenere a
mondi diversi…
«Non ci hanno ancora battuto in qualifica!
Ma dispongono di una buona macchina.
James Key (il direttore tecnico, ndr) ha fatto
un lavoro super con il suo team, e a noi non
è ancora andato per il verso giusto nem-
meno un weekend».
Il vantaggio della Red Bull è sempre stato
rappresentato da un telaio superiore che
compensava un motore meno perfor-
mante. Ora però, ci sono problemi anche
in quell’area: che fine ha fatto la magia di
Adrian Newey?
«Sicuramente dobbiamo migliorare la mac-
china. Ma abbiamo compromesso il set-up
per cercare di risolvere altri problemi che
avevamo. Quindi alla fine è un circolo vi-
zioso – meno carico aerodinamico, ecc –
che crea a sua volta altri problemi. Non
siamo ancora nella posizione ottimale con
la RB11, ma è pur sempre una monoposto
progettata da Adrian...».
La Power unit è il punto debole della RB 11.
Quanto è difficile completare una stagione
con solo 4 motori?
«E' frustrante. Sicuramente ne useremo più
di quattro: le abbiamo già utilizzate in tre
sole gare, quindi le possibilità di stare nelle
limitazioni è pari a zero. I team in Malesia si
sono dichiarati d'accordo all'unanimità di
introdurre un quinto propulsore, ma le pe-
nalizzazioni relative ai motori colpiranno
anche altri, non solo noi. A noi servirebbe
aumentare il numero a sette, otto o nove.
Sfortunatamente queste sono le regole e
con queste regole non ci vedo molto bene.
Spero che siano regole che diventeranno
più realistiche in futuro»,
Al momento c'è molta discussione sui pos-
sibili cambiamenti nei regolamenti per il
2017, e voi siete a favore del cambiamento.
Ma se non sarà possibile trovare il consenso
di tutti?
«Se congeleranno veramente il motore il
prossimo febbraio, congeleranno vantaggi
e svantaggi. Credo invece che si debba
aprire lo sviluppo perché si tratta di una
tecnologia ancora molto giovane. Il lato de-
bole sono i costi. L'alternativa è approvare
regole per rendere i motori meno decisivi
nel differenziare le performance, tagliando
i costi. Qualsiasi cosa si faccia ci saranno i
contenti e gli scontenti. Quindi la vera do-
manda riguarda ciò che è meglio per la For-
mula 1. Però i team devono curarsi anche
dei loro interessi, dunque ci sarà sempre chi
cercherà di sfruttare le regole, ed è ovvio
che un team competitivo voglia evitare di
annullare il proprio vantaggio».
Helmut Marko ha dichiarato che la Red Bull
sta lavorando molto intensamente con la
Renault per cercare di uscire dalla crisi. Ma
che se non si vedesse nessuna luce alla fine
del tunnel una soluzione potrebbe essere il
cambio di motore. Quando verrà presa la
decisione finale?
«Abbiamo un contratto con la Renault per
il 2015 e il 2016 ed è interesse tanto della
Renault quanto nostro risolvere i problemi
il più in fretta possibile».
Non c'è nessun comma del contratto che
vi consente di uscire se non viene raggiunta
una certa posizione nel campionato co-
struttori?
«La verità è che la nostra migliore chance è
di restare con Renault, e viceversa. Ab-
biamo vinto 50 GP e 4 Mondiali insieme,
quindi a volte la frustrazione può salire».
La Red Bull non è più quella di un tempo. A
parte le difficoltà con la macchina c'è stato
l'addio a Sebastian Vettel. Cosa sta fa-
cendo il team per reinventarsi?
«Una macchina veloce risolverebbe tutti i
problemi. E non dimentichiamo che tutte le
nostre vittoria l'anno scorso sono arrivate
con Daniel Ricciardo».
Quando arriverà allora questa macchina ve-
loce?
«Il prima possibile».
E quando sarà questo “prima possibile”?
«Non ne ho idea».
Alla Williams è servito quasi un decennio
per tornare in alto. La Red Bull ha tutta que-
sta costanza?
«Vi garantisco che non ci vorranno dieci
anni! Red Bull è in questo sport da 20 anni:
prima come sponsor, poi come azionista,
infine come proprietaria di un team. Mate-
schitz ha investito più in F.1 negli ultimi 20
anni di qualsiasi altra azienda di questo
sport».
Mateschitz è apparso peròmolto critico, ul-
timamente. Che segnali sta mandando?
«Dietrich non parla pubblicamente molto
spesso, ma tutte le volte che lo fa devi
ascoltarlo. Quello che vuole significare è: la
Renault deve fare il proprio lavoro al me-
glio o non farlo affatto. Non si può essere
incinta a metà».
E' soddisfatto dei suoi due piloti? Kvyat per
ora è stato quasi invisibile...
«Daniil per ora ha fatto un buon lavoro. Si
è trovato davanti molti problemi che non
hanno nulla a che fare con lui. Non ha an-
cora avuto una gara importante, ma a noi ri-
sulta che abbia un buon feeling con la
macchina e sia molto veloce. Per quanto ri-
guarda la posizione dei nostri due piloti non
c'è nulla di cui essere scontenti».
Può prevedere come sarà il 2015 della Red
Bull? Ad esempio se la power unit inizierà
davvero a funzionare potreste stabilizzarvi
in quinta posizione.
«Non usiamo il se... L'unica previsione che
faccio ora è: brutta partenza, grande finale.
Per essere realistici: i nostri problemi non
sono di breve periodo quindi non saranno
risolti a breve. Dobbiamo soffrire un po'
per il momento. Ed è nel momento in cui
fondi un nuovo futuro che devi sempre sof-
frire un po'».
Intervista tratta
da Formula1.com