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D’Ambrosio alla prima
vittoria per Dragon
La corsa è stata vinta da un Jerome D’Ambrosio che al pari di
Piquet ha compiuto bellissimi sorpassi. Il belga si è regalato
la prima vittoria e l’ha portata su un piatto d’argento al team
Dragon di Jay Penske, il figlio di quel Roger che da anni fa il
bello e il cattivo tempo nella Indycar. Penske junior ha anche
lui un team nella Indycar. Altri protagonisti della gara di Ber-
lino sono stati Loic Duval, con la seconda monoposto della
Dragon, terzo, e Nick Heidfeld, buon quinto. Peccato per
Jarno Trulli che aveva conquistato una magica pole, ma dopo
aver perso il primo posto alla seconda curva per un leggero
lungo, ha immediatamente perso potenza, fatto che lo ha co-
stretto ad alzare il piede perdendo posizioni su posizioni.
Grintosa la prova di Vitantonio Liuzzi che era risalito quinto
prima che una mappatura errata nella seconda vettura gli fa-
cesse perdere posizioni.
FORMULA E
Gara a Berlino
Massimo Costa
Il titolo di questo articolo poteva essere “un uomo in fuga”,
con riferimento a Lucas Di Grassi, in pista brillante vincitore
della gara disputata a Berlino, ma non in città, bensì nel vecchio
aeroporto di Tempelhof. E invece non è stato così. Perché Di
Grassi è stato escluso dalla classifica finale e da leader del cam-
pionato si ritrova terzo, costretto ad inseguire. Merito, si fa per
dire, del team Abt che incredibilmente ha operato una serie di
variazioni sull’anteriore della monoposto del brasiliano che non
potevano non passare inosservate agli occhi dei commissari
tecnici. L'ala anteriore e le carenature della stessa erano state
rinforzate con barre metalliche. In aggiunta, sei fori del mu-
setto, che sono otto, sono stati deliberatamente chiusi. Gli altri
due hanno subito smussature e lavori con l'helicoil. Altro punto,
il flap anteriore e il sostegno LH220 sono stati riempiti di una
sostanza e smussati. Insomma, ce n’era abbastanza per man-
dare a casa per tutto il resto del campionato la squadra tede-
sca la cui difesa è stata piuttosto scarna: sono stati lavori che
non portano un aumento nelle prestazioni e sono state fatte
senza l’accuratezza necessaria perché i ricambi e le vetture
sono sempre in viaggio. Insomma, quasi colpa degli organizza-
tori… Dispiace per Di Grassi, il cui gran lavoro svolto nel fine
settimana di Berlino è stato vanificato dalle scelte di chi dirige
la squadra tedesca.
Il gran lavoro di Piquet
e del team China
Il campionato ha subìto così una vera scossa elettrica, tanto
per rimanere in tema. Perché l’ex pilota F.1 della Marussia si è
ritrovato terzo in classifica e al comando c’è il connazionale
Nelson Piquet che a Berlino ha rimediato a una qualifica non ec-
cezionale, soltanto tredicesimo, con una rimonta pazzesca che
lo ha portato al quinto posto finale, poi divenuto quarto per
l’esclusione di Di Grassi. Piquet e il team China stanno cor-
rendo e lavorando molto bene fin dall’avvio della stagione, la
costanza dei risultati è sotto gli occhi di tutti, dunque non c’è
da stupirsi nel ritrovare il figlio del tre volte campione del
mondo F.1 al comando della classifica generale. Dietro di lui,
Sebastien Buemi, che ha timbrato il cartellino del podio fa-
cendo suo un importante secondo posto che gli consente di
essere in piena corsa per il successo finale dopo qualche bat-
tuta a vuoto nel corso del campionato.
Buemi secondo a Berlino
e in campionato