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Stefano Semeraro

Alla vigilia del Rallye di Monte-Carlo, abbiamo raggiunto Mal-

colm Wilson, fondatore e anima di M-Sport, la struttura che

ormai da oltre vent’anni gestisce le vetture a marchio Ford. E,

forte del sostegno diretto di Ford Performance oltre alla pre-

senza in squadra del pentacampione Sébastien Ogier, pronto

per un campionato che sarà, a detta di tutti, ancora più com-

battuto di quello conclusosi in Australia appena due mesi fa.

Signor Wilson, l’abbraccio tra lei e Ogier in Galles è stata

forse l’immagine chiave del WRC 2017. Dietro quelle lacrime

di gioia quanti sacrifici ci sono stati?

«I festeggiamenti in Galles sono stati sicuramente pieni di emo-

zione, non solo per me ma per l'intero team. È stato un mo-

mento speciale, perché non avevamo mai vinto un titolo piloti.

Il fatto che siamo riusciti a conquistare tutti e tre i titoli come

team privato lottando contro tre dei più grandi costruttori

mondiali è stato fantastico, e ne siamo veramente orgogliosi.

Non è stato facile. La concorrenza era molto forte e per riuscirci

ogni membro del team ha dovuto dare il 110 per cento. Ma è

proprio per questo che è stato così emozionate. Abbiamo ot-

tenuto questo risultato contro ogni previsione».

È stato difficile gestire un pilota vincente ed esigente come

Ogier che, soprattutto ad inizio stagione, non ha mai man-

cato di lanciare qualche critica alla vettura?

«C'è un grande rispetto fra Sébastien e il team. Noi rispettiamo

lui, e lui rispetta ciascuno di noi. Per diventare cinque volte

campione del mondo devi esser certo di avere l'intero team

che lavora per te, e Seb e Julien ci sono riusciti. Ma quando hai

a che fare con un pilota di quel calibro non hai quasi bisogno

di gestirlo. Sa quello di cui ha bisogno, sa quello che vuole, noi

dobbiamo solo essere certi di darglielo. E lo abbiamo fatto,

consegnandogli una macchina competitiva e tre titoli mondiali»

È molto dispiaciuto di non poter più lavorare con Ott Tanak,

un pilota su cui lei aveva puntato forte sin dal 2010?

«Ott ha fatto parte per molto tempo della famiglia M-Sport.

Ovviamente è dispiaciuto a tutti vederlo andare via, ma allo

stesso tempo non eravamo in grado di far valere l'opzione sul

suo contratto. E' un peccato, perché Ott è un pilota che ha di-

mostrato di saper vincere dei rally e sarà un avversario ostico

nei prossimi campionati, ma dalla nostra abbiamo due piloti

molto forti come Sébastien ed Elfyn».

Con il sostegno diretto di Ford Performance, si aspetta un

decisivo passo in avanti per colmare il gap con i vostri avver-

sari che godono del sostegno ufficiale?

«Ford ha incrementato il suo impegno quest'anno, cosa che ci

permetterà di continuare lo sviluppo della Ford Fiesta WRC

sfruttando tutte le tecnologie più recenti. Ciò ci mette in una

posizione ancora più forte in termini di sviluppo e ci permetterà

di concentrarci totalmente sulla difesa del titolo».

Presente nel WRC ininterrottamente da ormai vent’anni, lei

è la persona che sicuramente ha dato di più a questo sport,

sia come team manager sia come scopritore di giovani ta-

lenti, cosa ne pensa delle proposte di chi vorrebbe gare e

prove speciali più brevi?

«Mi sembra che l'idea di rally più brevi sia collegata all'idea di

aumentare a 16 le prove iridate. Non siamo affatto contrari al-

l'idea di visitare nuovi paesi e di essere presenti su mercati

emergenti, ma dobbiamo essere sicuri che i costi siano soste-

nibili da parte dei team. Se saliremo a 16 tappe, questo richie-

derà un investimento fortissimo da parte dei costruttori, anche

nel caso gli eventi vengano ridotti a due giorni. Se succederà,

dovremo assicurarci che ci sia un sistema per assistere i team

e ridurre al minimo i costi che ne deriveranno».

Ci può parlare dell’ingegner Massimo Carriero che ha por-

tato un po’ di Italia nella sua squadra?

«Massimo è stato coinvolto nella progettazione e nello sviluppo

della Ford Fiesta WRC fin dall'inizio. Lavorando a fianco di Chris

Williams è stato un membro molto efficace del team, con una

grande conoscenza tecnica e profondità di sguardo. Di certo ha

portato un po' di Italia nella nostra squadra, anche perché così

non manca mai un po' di caffè Espresso durante le gare!».