Jacopo RubinoUn gioco, per adesso, poi chissà. Nella sua fitta agenda di impegni motoristici, Fernando Alonso ha guidato per la prima volta la Toyota Hilux vincitrice dell'ultima Dakar: il test è avvenuto in Sudafrica, dove ha sede la squadra che gestisce il programma nei rally raid per conto della casa giapponese. Dopo aver iniziato sul sedile del navigatore ricevendo i consigli del veterano Giniel De Villiers (vincitore dell'edizione 2009), il due volte campione di Formula 1 ha preso i comandi sul percorso allestito nel deserto del Kalahari, a circa 900 chilometri da Johannesburg e non distante dal confine con la Namibia.
"La macchina ha un grande grip, è ben bilanciata e potente", ha raccontato lo spagnolo. "Giro dopo giro ho aumentato un po' la velocità, trovando più confidenza soprattutto con i dossi: è difficile capire quanto siano alti e a quale andatura possono essere affrontati. Il percorso non resta mai lo stesso, si evolve per il sole e lo spostamento della terra, bisogna sempre riadattarsi. Ad ogni passaggio sono migliorato, per il momento non smetto mai di imparare qualcosa. Sono contento di questa esperienza, non ci sono stati problemi anche se qualche volta credo di aver preso qualche dosso con troppa violenza... ma l'auto è costruita per queste cose".
"Non posso insegnargli a guidare, sa già farlo benissimo", ha invece commentato De Villiers. "Si tratta soltanto di abituarsi alla macchina, al terreno, a saper leggere le sconnessioni e a capire in quale modo superare le dune".
Se vincendo la prossima 500 Miglia di Indianapolis dovesse completare la fatidica caccia alla Tripla Corona, Alonso potrebbe davvero tentare un'impresa ancora più estrema? Non sarebbe il primo ex F1 a misurarsi alla Dakar, pensando ad esempio al cileno Eliseo Salazar e in particolare a Jack Ickx, che trionfò nell'edizione 1983. L'amico Carlos Sainz, due volte iridato nel WRC e vincitore del raid nel 2010 e nel 2018, lo incoraggia: "È in una fase della sua vita in cui è aperto a qualsiasi sfida", ha dichiarato alla radio Cadena Ser.
Da Glyn Hall, responsabile della squadra Toyota, le porte sono più che aperte: "Se venisse, faremmo un grande lavoro per lui. Sarebbe positivo per il marchio, per la disciplina, per l'intero schieramento. E si divertirebbe. La Dakar è una competizione incredibilmente difficile, ma abbiamo visto quale combattente sia Fernando".