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22 Mar [17:43]

Anteprima Sepang - Intervista a Crestani

Antonio Caruccio

Fabrizio Crestani si appresta a tornare nella GP2. Dopo essere stato protagonista nella serie cadetta alla Formula 1 l’ultima volta nel 2010 in qualche gara con DPR, Fabrizio ha militato nell’Auto GP con Lazarus, squadra che porta al debutto in questa nuova esperienza nella GP2.

Il 2012 segna il tuo ritorno in GP2. Come è maturata questa scelta?
“Più che una scelta si è trattato di un’opportunità, che è arrivata da parte della Venezuela GP che ha riposto in me tanta fiducia. Il sostegno necessario è poi arrivato dal mio storico sponsor, Daiko, che mi ha aiutato per farmi arrivare sino a qui”.

Il progetto Lazarus è nato solo nelle ultime settimane. Quali erano i tuoi programmi precedenti?
“Stavamo prendendo in considerazioni varie ipotesi, ma probabilmente sarei rimasto a piedi. C’erano dei contatti con gli Stati Uniti, però guardavamo altre possibilità. Non sapevo se avrei corso, mi sono quasi commosso quando mi è stato comunicata la chance di Lazarus. I budget per la GP2 sono altissimi ed è difficile riuscire a coprire la richiesta fatta per correre in campionati di così alto livello. Poterne farne parte è un onore”.

Come ti sei trovato nei test di Jerez e Barcellona?
“A Jerez sono arrivato da una pausa di quasi sei mesi e da due anni non salivo più su una GP2. Mi sono dovuto più che altro adattare alla macchina ed alle gomme nuove. Ho migliorato progressivamente nei tre giorni, come anche a Barcellona dove siamo partiti molto bene, quasi con sorpresa. Tanti gli esprimenti fatti soprattutto per i long-run. Siamo concentrati, lavoriamo molto, sia fuori sia dentro la pista”.

Che differenze hai trovato per quanto riguarda il rendimento della macchina rispetto alla tua ultima gara in GP2 nel 2010?
“Le gomme durano poco. Prima le Bridgestone resistevano quasi due giri invece ora con le Pirelli non sono mai riuscito a fare il secondo passaggio veloce, deve essere tutto perfetto. La Dallara è cambiata, è più leggero lo sterzo e sento meglio come lavorano le gomme. Ne ha acquistato in sensibilità. Si sente molto anche la possibilità di intervenire sull’aerodinamica come un decennio fa, immagino, avveniva ancora in F.1. Lo stile di guida è completamente diverso, bisogna conservare le gomme e impostare una intelligente gestione di gara”.

Che differenze ci sono tra le due mescole Pirelli?
“A Jerez non sentivo molta differenza, a Barcellona con la copertura media ho sentito molto più grip al posteriore”.

In Formula 1 non ci sono più italiani. In quanto rappresentante tricolore in GP2, quali possibilità pensi di poter avere per fare il gran salto?
“Il budget è sempre una priorità, perché anche i team devono continuare a sopravvivere e bisogna avere un supporto economico importante alle spalle per poter entrare nel Circus. Non voglio sembrare presuntuoso, ma di testa e fisico mi sento pronto per poter andare in F.1. Certo mi manca l’esperienza che hanno altri. Già la GP2 era un sogno per me ed ora che ci sono dentro, perché non sperare che succeda anche per il passaggio in F.1? Darò il meglio di me umilmente, sperando di ripagare la fiducia degli sponsor, degli investitori venezuelani e del team che ha creduto in me. Penso molto al presente però, e voglio fare bene in GP2”.

Con Tancredi Pagiaro c’è un rapporto di fiducia che continua da qualche anno. Come vi trovate a lavorare insieme?
“Per me è il massimo, so di avere la stima del team e la loro fiducia. Lavoro con serenità, so che non devo dimostrare niente. Li devo motivare, spingere sempre nella stessa direzione. Sono molto tranquillo per avere loro alle spalle seppure la categoria sia complicata. Siamo una squadra nuova e c’è grande serenità tra noi. Non ci sono pressioni, sappiamo di poter essere veloci, ma non ci sono aspettative, solo tanto lavoro da fare”.

Il tuo ex-compagno in Auto GP, Fabio Onidi, sarà quest’anno un rivale. Come sono i rapporti tra voi?
“Ottimi. Sono sempre stati buoni in Auto GP e lo rimangono adesso. Non manchiamo di scambiare qualche parola se ci incontriamo nel paddock, è un bravo ragazzo, molto veloce, lo stimo ed è un amico, ma un avversario mentre siamo in pista”.

Nei test disputati sino ad oggi hai avuto due esordienti come compagni di squadra. In che modo ha pesato su di te tutto il lavoro di set-up della vettura?
“Ovviamente i rookie fanno fatica a testare realmente le modifiche ed io ho dovuto provare molte cose. Questo non mi è dispiaciuto perché riesco a capire in che direzione andare e comparare le novità senza creare confusione. Non ho un riferimento alla pari”.

Che obiettivo ti poni all’alba di questa nuova avventura?
“Non conosco cinque piste su dodici, che saranno le più complicate. Mi aspetto di poter fare bene in qualifica a Barcellona, ma magari essere ventesimo la gara dopo. Non posso dire cosa sarò in grado di ottenere, bisogna lavorare bene, dare il massimo e fare meno errori possibili. Sarà difficile trovare lo spazio libero in pista nei giri lanciati, c’è sempre traffico e mi dovrò impegnare per sfruttare il nostro potenziale in ogni situazione. Ogni gara è a sé, poi tireremo le somme a fine campionato, sperando di essere sempre stati in crescendo”.