Al team manager della Prema, Rene Rosin,
abbiamo chiesto un giudizio complessivo del
campionato 2014 e dei temi che ha proposto,
dalla vettura al format dei weekend.
Come giudica il primo anno della F.4 e le
prospettive della categoria?
«Per quanto riguarda la monoposto F.4,
è stato un programma fatto all'ultimo
minuto, voluto dalla FIA e realizzato in
maniera eccezionale dalla Tatuus, che ha
rispettanto standard di qualità e costi di
indubbio valore. Poche categorie
addestrative riescono a raggiungerli.
E' una macchina molto propedeutica.
La FIA aveva richiesto parametri
aerodinamici e di sicurezza molto stretti,
quindi è inevitabilmente una vettura grossa e
pesante, ma ha fornito l'occasione a molti
piloti di fare l'ingresso nel mondo delle
formule. Penso ad esempio a Lance Stroll,
che è poi passato in F.3 senza trovare
nessuna difficoltà di adattamento,
monoposto che è molto più potente.
E questo sicuramente è merito
del lavoro fatto dalla Tatuus»
La Tatuus F.4 si è adattata bene anche
alle gomme Pirelli?
«Sì ed è stata una novità, perché Pirelli da
tempo era fuori dall' automobilismo
cosiddetto minore, propedeutico, ma ha
realizzato una gomma che permette di
imparare, che dura nel lungo periodo ed è
costante. Non a caso è stata scelta anche in
Germania, come il telaio Tatuus, per la F.4
locale».
E' possibile paragonare la Tatuus di F.
Renault a quella di F.4?
«I principi sono gli stessi. Il motore Renault e
il motore Abarth sono diversi, ovviamente,
poi la Renault richiede una guida differente
che non sempre si adatta alla F.3: si muove
molto nel posteriore, è instabile in frenata.
Anche la F.Renault è un'ottima vettura, ma è
una monoposto che la Tatuus ha derivato da
una vecchia meccanica».
Che cosa pensa dei weekend con tre
gare?
«La Fia ha copiato quanto fatto in F.3.
Personalmente sono favorevole alle tre gare
nel weekend, perché consentono
ai piloti di fare molta strada. Sono invece
contrario alla griglia invertita: capisco le
esigenze di chi non è nelle prime file, ma
non mi piace come valore formativo. Inoltre,
essendo la F.4 pensata per chi esce dal
karting, non farei le qualifiche vicine, ma
staccate: per esperienza personale so che a
quell'età se uno sbaglia nella prima qualifica,
al 99 per cento sbaglia anche nella seconda.
E' il motivo per cui anche la F.3 ha cambiato.
Non siamo in GP2 e GP3, qui si parla di
15enni che devono imparare e che sono
naturalmente più propensi all'errore».
Introdurrebbe qualche gara all'estero?
«No, il campionato deve rimanere
prettamente nazionale, visto che è
frequentato da 15enni. Poi, se un team ha la
possibilità di fare qualche gare all'estero,
perché no? Ovviamente più simile è la
macchina è meglio è, vedi la serie tedesca
che offre gare su circuiti importanti come
Spa, Nurburgring e Hockenheim.
Non deve comunque diventare un
campionato europeo. I costi devono essere
calmierati, ma i test devono essere liberi,
altrimenti c'è sempre chi cerca di sfuggire in
qualche modo alle limitazioni e
inevitabilmente nascono problemi e
discussioni. In una categoria propedeutica fra
l'altro il ragazzo deve poter girare il più
possibile».
Qual è il suo parere su un pilota di cui si
parla molto come Lance Stroll?
«Stroll ha iniziato a girare con noi l'anno
scorso, in occasione di alcuni test di
F.Renault, quando aveva appena compiuto 15
anni, poi è partita la F.4. Ha fatto con noi le
Florida Winter Series, dove combatteva con
piloti più esperti di lui come Fuoco,
Marciello, Verstappen, e subito ha raggiunto
prestazioni di assoluto valore.
E' un ragazzo molto competitivo, per lui è
fondamentale essere stimolato. Ha doti
importanti, e un passato kartistico che lo
testimonia. E' in crescita, non è certo ancora
arrivato, e la F.3 gli servirà come
apprendistato.
Rosin:
“Bene le tre gare,
no alle qualificazioni
con la griglia invertita”
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