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di Jacopo Rubino
Sono già andati in archivio due round nel calendario dell’Italian Formula 4
Championship, giunto alla terza edizione. La serie capostipite della
categoria, che nel 2014 ha visto esordire in pista le apprezzate vetture
Tatuus-Abarth, ha registrato una ulteriore crescita toccando i 41 iscritti nella
tappa inaugurale a Misano. Un boom, già previsto in inverno, che ha
convinto gli organizzatori a varare un format alternativo per gli eventi, così
da accogliere tutte le richieste pervenute.
Format di stampo kartistico
ancora più formativo per i piloti
Le qualifiche si disputano ora in due batterie da 20 minuti, dopodiché sulla
base dei tempi siglati avviene una nuova suddivisione in tre gruppi (A, B e
C) che si affrontano a turno nelle tre manche eliminatorie: ogni pilota ne
disputa due, e la somma dei punteggi determina lo schieramento della
finale di domenica pomeriggio, che va in scena a ranghi completi. Il
sistema, di ispirazione kartistica, ha reso l’impegno ancora più intenso e
formativo per i giovani protagonisti al via. Bisogna correre con la testa, per
evitare errori che possono compromettere l’esito dell’intero fine settimana,
ed è divenuta cruciale la gestione dei pneumatici per tutto l’arco del
weekend. Motivo per cui i risultati non mai apparsi scontati.
Prima Schumacher, poi Siebert
nel ruolo di capoclassifica
Come detto, il primo atto si è svolto nella cornice di Misano, attirando
l’attenzione dei media di tutto il mondo. Vera calamita è stata la presenza di
Mick Schumacher, che per la sua seconda stagione in F.4 (nel 2015 aveva però
corso solo in Germania) si è accordato con il team Prema campione in carica.
Il figlio di Michael non ha deluso le aspettative, cogliendo le vittorie di gara 1 e
gara 2, assieme a una rimonta entusiasmante in finale. Schumacher si era
proiettato in vetta alla graduatoria, ma la Prema ha saltato la trasferta di Adria
per ragioni logistiche. Le opportunità di ambire al titolo restano comunque
immutate, dato che le regole consentono di scartare i cinque peggiori
piazzamenti. Il nuovo capoclassifica è intanto divenuto Marcos Siebert con
103 punti. L’argentino di Jenzer Motorsport vanta nel proprio score una pole e
due successi, e sta facendo della regolarità la sua arma chiave.
Guzman la sorpresa
Baiz re di Adria
La principale sorpresa, invece, è stata forse il messicano Raul Guzman,
portacolori della DR Formula, capace di belle rimonte e grandi sorpassi.
Anche per il messicano sono arrivati due trionfi, e senza il ritiro in gara 2 ad
Adria (mentre era ancora in lotta per la prima posizione) avrebbe potuto
essere al top della generale. Il weekend sul circuito veneto ha fatto inoltre
fatto impennare le quotazioni del venezuelano Mauricio Baiz, re di gara 1 e
della finale insieme alla compagine tedesca Mucke.
Cunati miglior italiano
e miglior rookie
La pattuglia italiana, che conta quest’anno otto rappresentanti, sta trovando
il suo miglior esponente in Simone Cunati. Il comasco del team VSR è
riuscito spesso a lottare al vertice, ma ha probabilmente raccolto meno di
quanto meritato a dispetto di due podi già all’attivo. Sua è comunque la
leadership nel trofeo riservato ai rookies, dove l’antagonista più temibile è
l’indiano Kush Maini della BVM.
Simone
Cunati
Raul
Guzman