Page 57 - Italiaracing

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ne vetture Indy e allestimento nuovo buil-
ding, vedremo come muoverci: la volontà è
di valutare anche altri business dove le
competenza distintive della Dallara posso-
no far la differenza“.
Quali sono gli sviluppi per l’area
enterteinment che avete previsto con
i vostri partner Indy Racing Expe-
rience?
“Abbiamo raccolto tante idee, dobbiamo
partire in fretta. Ai primi di maggio
dovremmo essere pronti per l’inaugurazio-
ne dell’edificio. Abbiamo preso contatti con
aziende per l’area ristoro: l’idea è creare
uno “Starbucks italiano”, uno spazio dove
saranno venduti prodotti di gusto e qualità
made in Italy (caffè, pizza, gelati ecc…).
C’è poi il discorso museo interattivo: vor-
remmo spiegare in modo divertente come
nasce una Indycar e quindi illustrare trami-
te immagini, suoni, schermi multimediali e
giochi i principi di dinamica del veicolo,
simulazione, aereodinamica, progettazio-
ne, analisi strutturale, controllo qualità
ecc.. I contenuti potranno variare, essere
aggiornati, di modo che non ci sia mai sta-
ticità e si spieghi il presente ed il futuro del-
le auto da corsa. Si prevede un forte inte-
resse dei fan, c’è grande entusiasmo“.
Dal giornodella posa della prima pie-
tra quali sono state le reazioni del-
l’ambiente motoristico statunitense
che l’hanno colpita di più?
“Sicuramente l’accoglienza, il welcome, che
ci hanno dimostrato i nostri vicini, gli abi-
tanti di Speedway. L’ambiente motoristico
ci conosceva già, ma anche fra le persone
comuni c’è stata cordialità e questo ti ren-
de felice per quello che fai. La loro cordia-
lità è vera, naturale, non costruita: si met-
tono a disposizione nel vero senso del ter-
mine“.
Come si sta sviluppando il rapporto
con gli amministratori dello Speed-
way e con l’amministrazione locale
di Indianapolis?
“In modo eccellente, c’è un continuo scam-
bio di informazioni. Il governatore dell’In-
diana, Mitch Daniels, di persona o indiret-
tamente, si informa settimanalmente sullo
stato delle attività“.
Avete organizzato qualcosa in vista
della 46° edizione del Superbowl che
quest’anno, per la prima volta, si è
tenuto proprio ad Indianapolis?
“Da un’idea dei nostri partner di Indy
Racing Experience, abbiamo preparato 33
auto con le livree delle 33 squadre di foot-
ball della NFL. Tra queste, due erano le
showcar Indy 2012 con le livree delle squa-
dre finaliste, i Giants ed i Patriots.
Schierate come in griglia di partenza, sono
state prima nel nostro building, poi sono
state spostate nel centro di Indianapolis ed
infine due-tre giorni prima del Superbowl
sono stato distribuite in 33 punti diversi
dello stato dell’Indiana.
Un enorme successo di pubblico e fan, con
un flusso di persone da mattina a sera.
Il connubio football/NFL ed auto da cor-
sa/Indycar ha funzionato alla grande. Le
due showcar sono state poi esposte nel
Superbowl Village, un villaggio creato
apposta per la partita nei pressi dello sta-
dio: la città ha reagito benissimo a questo
evento che è stato organizzato nei minimi
dettagli“.
Come procedono i test della nuova
vettura?
“Bene, la vettura non ha avuto particolari
problemi di affidabilità. I team ed i piloti
sono molto contenti: più confidenza pren-
dono con il mezzo, più si appassionano. Ci
sono più di quindici piloti che stanno
testando la macchina e c’è già competizio-
ne per vedere chi va più forte.
La vettura ha potenziale di tecnica e di gui-
da: di fronte ad alcune campagne media
negative nei confronti della macchina, la
risposta Dallara è stata di lavorare seria-
mente e rispondere alle esigenze dei team
e della Indycar. Il duro lavoro e l’onestà
premiano sempre“.
Anche Rubens Barrichello ha avuto
modo di provare la nuova IR12: qua-
li sono state le impressioni di un ex
pilota di F.1 come lui?
“Barrichello ha provato con il team KV
Racing ed è stato molto contento. Barri-
chello ha dato un messaggio molto impor-
tante, che vorrei sottolineare: l’Indycar non
come soluzione alternativa alla F1, ma
come nuova sfida, come il rimettersi in
discussione.
La vettura ha una sua dignità, si corre su
ovali più o meno brevi (short oval e super
speedway) e su strada, c’è meno elettroni-
ca rispetto alla F1, le gare sono più veloci,
l’ambiente esterno più rilassato, le auto
sono molto simili fra loro ed i team non
possono fare tanti sviluppi, per cui è il pilo-
ta che fa la differenza.
Dal punto di vista della guida, se vinci in
Indycar sei un pilota completo perché ti
confronti con diverse condizioni e configu-
razioni“.
Qual è il calendario dei test da qui al
debutto della prossima stagione?
“Sono in corso test privati, organizzati dai
team. I primi di marzo sono previsti test
aperti a tutti i team a Sebring, in Florida,
su strada. A metà marzo, probabilmente, ci
saranno test anche su ovali, in Texas.
Abbiamo già 28 vetture “sicure”, con pilo-
ta e motore confermati, per tutte le gare”.
La figura di Dan Wheldon è ancora
ben viva nel cuore degli appassiona-
ti: sono in programma iniziative per
ricordarlo nel 2012?
“Non mi sorprenderebbe se si creasse un
premio in suo onore per la 500 miglia.
Dan era un pilota gentleman per modo di
fare, attitudine, educazione: mischiava
professionalità e goliardia, con un tocco
signorile che faceva la differenza.
Anche se è passato del tempo, il suo ricor-
do è ancora vivo, soprattutto per noi che
abbiamo qui in sede il prototipo Indy 2012
che ha provato per due mesi, prima della
gara di Las Vegas. Ogni volta che vedo quel-
la macchina, ci vedo Dan dentro”.
I telai Dallara
con le livree
delle franchigie NFL