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Registrazione al tribunale Civile di Bologna
con il numero 4/06 del 30/04/2003
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18 maggio 1942 n.1369
L’editoriale
ANDIAMO
AL MAXIMO
Max Angelelli che a fianco di Jordan Taylor, e su una
Dallara motorizzata e carrozzata Chevy del team del
suo grande amico (e papà di Jordan) Wayne Taylor,
si aggiudica per la seconda volta il titolo dellaGrand-
Am dopo quello vinto nel 2005.
AlessandroBalzan che al suoprimo annonelleRolex
series trionfa nelle GT.
Buone, ottime notizie per l’automobilismo italiano
che ultimamente non ne ha potute salutare tantissi-
me, soprattutto per quanto riguarda i piloti.
Sono gli esempi di cui abbiamo bisogno. Ferrari a
parte, Dallara–e Tatuus –negli ultimi anni ci hanno
regalato molte soddisfazioni a livello di costruttori
un po’ in tutto il mondo, vorremmo che i giovani riu-
scissero a (o fosseromessi nelle condizioni di) espri-
mersi agli stessi livelli.
Intantogodiamoci il trionfodiBalzan, edell’highlan-
der Angelelli, che un esempio lo è inmolti sensi.Max
è riuscito a reinventarsi una carriera negli States
quandoattraversare l’Atlanticoeraunavera incogni-
ta, sulle orme di Alex Zanardi ha saputo conquistare
la stima non solo degli appassionati ma anche degli
addetti ai lavori americani. Oltre che grande pilota è
diventato team manager di successo, e co-proprie-
tario del team per cui corre, dimostrando che oltre
che il piede pesante per sfondare nel motorsport
occorre avere un cervello raffinato. A volte, invece di
inseguire sogni azzardati, i giovani di casa nostra
dovrebbero studiarsi il «caso Angelelli», capire che
le corse sono belle anche al di fuori dei recinti appa-
rentemente più colorati, e che per costruirsi una car-
riera, e una vita, da vincente, occorre anche investire
su stessi senza paura e senza pregiudizi.
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