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FORMULA 1
CALENDARIO 2014
Stefano Semeraro
Il calendario 2014 della F.1 annunciato
di recente da Ecclestone e dalla Fia ha
fatto ingolosire i fan, ma irritato tutti
gli altri: team, piloti, meccanici. Oltre
che contabili e commercialisti.
Per chi se ne sta a casa davanti al video
una stagione lunga dal 16 marzo al 30
novembre è infatti una leccornia, ma
per chi per lavoro deve guidare o accu-
dire una macchina girando in lungo e
in largo per il pianeta per nove mesi,
con trasferte che a volte possono pro-
lungarsi per un mese, la prospettiva è
molto meno allettante.
E’ vero: un paio di appuntamenti – la
Corea e il New Jersey – sono a rischio,
quindi il calendario potrebbe accor-
ciarsi nei prossimi mesi, ma molti nel
Circus si chiedono che senso abbia, in
una F.1 che cerca di contenere i costi,
rischiare di far saltare i budget molti-
plicando viaggi aerei, trasporti, e per-
sonale necessario. Se avete visto al
cinema Rush vi sarete ricordati come
un tempo il calendario comprendesse
16 GP, e già sembravano tanti, nono-
stante la gran parte fosse concentrata
in Europa. Oggi la F.1 stile “24/7” e glo-
balizzata voluta da Ecclestone, se da un
lato accontenta l’audience e aumenta
gli introiti dei diritti tv (ma fino a quan-
do?), dall’altra scontenta quasi tutti gli
addetti ai lavori.
«Un tempo pensavamo 16 Gp fossero
troppi – ha commentato sarcastico
Martin Whitmarsh – e in effetti lo era-
no. Specie l’ultima parte del campiona-
to, con sei gare in otto settimane che
arrivano dopo che si è già corso 13 vol-
te, sarà una sfida straordinaria per il
fisico e per la concentrazione. Perman-
tenere lo staff motivato e in forma biso-
gnerà per forza pensare ad una rotazio-
ne del personale». Mesi e mesi lontani
da casa, lontani dalla famiglia, sotto-
posti a stress ripetuti e ravvicinati,
sballottati da un aeroporto all’altro. La
vita del meccanico e dell’ingegnere
rischia di diventare un incubo.
«Dovremo per forza pensare a un turn-
over, ma questo aggiunge altre difficol-
tà visto il rapporto stretto che c’è fra gli
ingegneri e i piloti. Venti GP rappre-
senta un limite che non bisognerebbe
superare». E che invece con il nuovo
Patto della Concordia è stato già
ampiamente superato, almeno sulla
carta. Ma i team non potevano prote-
stare più energicamente? Anche consi-
derato che i team meno danarosi che
già ora si trovano sull’orlo del collasso
finanziario, in un mondo dove certo
mercati come quelli asiatici portano
nuovi capitali, ma dove allo stesso tem-
po diventa sempre più difficile racco-
gliere sponsor di “peso”, potrebbero
definitivamente dichiarare bancarotta.
Chi avrà soldi e tempo per sviluppare
le vetture fino alla fine? E i livelli di
sicurezza delle vetture, affidai a staff
stressati da troppi viaggi e troppi
appuntamenti, non rischierà un calo
pericoloso? E vale davvero la pena ten-
tare di prosciugare con avidità le
tasche di mille organizzatori che poi,
come è successo per l’India e per la
Turchia, non riescono a far fronte alle
spese, rischiando di “bruciare” le piaz-
ze che si volevano conquistare?
Anche per l’informazione diventerà
sempre più difficile assicurare un ser-
vizio di qualità e indipendente, visto
che già negli ultimi anni molti quoti-
diani hanno rinunciato a mandare i
proprio inviati sul posto. A meno che il
modello di sviluppo che ha in mente
Ecclestone non sia omogeneizzato e
standardizzato: molte gare ma pochi
team, pochi grandi network in grado di
seguire il campionato, e quindi sempre
meno imprevedibilità e concorrenza.
Ovviamente fino a quando ci sarà qual-
cuno in grado di pagare i conti.
A protestare non sono stati solo i team.
«Venti gare sono abbastanza – ha
dichiarato Vettel – magari noi piloti
possiamo permettercene una in più,
ma credo che già così per i team e per
la logistica lo sforzo sia enorme. Tutti
avranno poco tempo da passare con
famiglia e figli, è un fattore da non
dimenticare». E chissà se anche per gli
appassionati, bombardati da mille
appuntamenti e a rischio confusione e
sazietà, senza più orari fissi, non sareb-
be meglio un pranzo più raffinato e
gustoso, piuttosto di questa grande
abbuffata al fast-food della F.1.