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qualifica di Esteban in Q3 a Singapo-
re sono stati solo episodi dovuto alla
fortuna o alla bravura del pilota, o un
vero punto di svolta?
«Monza non è stato un caso. Abbiamo capi-
to dove avevamo sbagliato, soprattutto
nell’aerodinamica del retrotreno. Più di
tanto non potevamo intervenire, abbiamo
fatto il possibile. E l’analisi degli errori ci
aiuterà per il resto della stagione».
Quanto sono contati Monza e Singa-
pore per il morale? Finalmente avete
ottenuto dei punti…
«E’ stato un bel feeling, ovviamente, ci ha
dato una spinta. I risultati dello scorso
anno furono inattesi, ma ci avevano fatto
assaggiare il gusto del successo. E anche
quest’anno, ma in un altro senso, non ci
aspettavamo di finire in questa posizio-
ne».
Contenere i costi è sempre stato un
obiettivo della Sauber. Vi sentite di
accusare i grandi team di insensibi-
lità verso questi problemi?
«Un po’ sì. I grandi team rappresentano
grandi marchi, lo capiamo, e sono impor-
tanti per lo sport; ma la F.1 non può fare a
meno dei piccoli team. Non è neanche giu-
sto pretendere che tutti siano uguali, non è
questo il mio desiderio: ma il campo di gio-
co deve essere lo stesso per tutti. E per que-
sto servono stabilità e costi più bassi. Lo
ripetiamo tutti gli anni, si dice sempre che
verrano presi dei provvedimenti, poi nes-
suno lo fa per paura di esserne danneggia-
to. Alla fine della fiera, è uno spreco di
denaro. Non c’è bisogno di sviluppi che
comportino un livello di engineering così
estremo. Si tratta di stabilire dei limiti e
disegnare un campo di gioco comune per
tutti all’interno di quei paletti. Non è giusto
che tutti siano allo stesso livello, ognuno
porta il proprio contributo, ma siamo tutti
importanti per il benessere dello sport. Non
si tratta solo di abbassare i costi, ma anche
di avere una stabilità nei regolamenti, le
due cose vanno di pari passo».
Martin Whitmarsh sostiene che i
team non sono bravi a programma-
re il futuro, ma solo a reagire alle
catastrofi. E non c’è proprio una
catastrofe in arrivo per alcuni
team?
«Sapevamo tutti da tempo cosa avrebbe
significato il 2014 in questo senso, ma
nessuno ha fatto niente. Quindi è colpa
nostra. Sarà un anno molto costoso per
tutti, personalmente mi aspetto che la FIA
prende qualche provvedimento in merito
molto presto, perché è esattamente quello
che ci si aspetta da una federazione».