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FORMULA 1
IL RICORDO
Alfredo Filippone
Sabato 6 ottobre 1973: a Watkins Glen, fra
gli immensi boschi arrossati dall’autunno
dello stato di New York, sotto un bel cielo
azzurro, si disputa la qualifica del GranPre-
mio degli Stati Uniti, l’ultimo della stagio-
ne, in mezzo a una certa indifferenza. Jac-
kie Stewart ha già in tasca il suo terzo titolo
mondiale, la F.1 non ha grande seguito in
America e l’Europa, con i mezzi di comuni-
cazione di allora, è lontanissima.
François Cevert sta per concludere, a 29
anni, la sua terza stagione in Formula 1.
Non è più un’astro nascente ma una splen-
dida realtà. Emerso grazie alla filieramessa
su dalla Elf, l’azienda petrolifera francese,si
è fatto le ossa come scudiero di Stewart alla
Tyrrell, dominatrice con la Lotus di quel
triennio. Per la verità, nel 1973, Cevert ha
dimostrato spesso di essere più veloce di
Stewart, di essere ormai all’altezza del mae-
stro; ma con grande lealtà non èmai venuto
meno al patto d’onore che unisce i
due piloti e Ken Tyrrell: François
copre le spalle a Jackie sino al ter-
zo titolo e diventa numero uno
quando Stewart si ritira, cosa
ormai imminente. In Francia,
Cevert è già diventato un perso-
naggio famoso: chi segue le cor-
se sa che è il campionissimo che il pae-
se non ha mai avuto e attende da anni
(prima di Cevert soltanto Trintignant
era riuscito a vincere un GP), e chi
non è appassionato di motori, com-
preso il pubblico femminile, si lascia con-
quistare dallo charme dirompente di quel
bel ragazzo dallo sguardo cristallino, estro-
verso e sorridente, sempre impeccabile in
ogni circostanza, che con Alain Delon, Bri-
gitte Bardot, gli stilisti e il Concorde, sim-
boleggia la Francia romantica e audace del
post-maggio ‘68. Brigitte Bardot, per la cro-
naca, viene annoverata dai rotocalchi del-
l’epoca fra le conquiste di François, cosa
elegantemente mai confermata dall’inte-
ressato né ... smentita da BB.
AWatkins Glen François arrivò sovrappen-
siero. Al GP precedente, in Canada, aveva
avuto un brutto incidente. Jody Scheckter,
che nei mesi dell’esordio in F.1 si era distin-
to per aver provocato un gran numero di
incidenti spettacolari, lo aveva spedito a
muro a quasi 180 all’ora. François se
l’era cavata con brutte botte alle gam-
be, ma senza fratture. Mentre la
scocca della Tyrrell veniva riparata
alla meno peggio in America,
Cevert aveva trascorso i giorni fra i
due GP nordamericani alle Baha-
mas, con Jackie e Helen Stewart. Al
Glen era ancora dolorante ma
a preoccuparlo era soprattutto
la mancanza di certezze circa il
futuro. Stewart non aveva
ancora ufficializzato il ritiro e
François smaniava di sapere che sta-
tuto avrebbe avuto inTyrrell nel 1974, men-
tre gli piovevano offerte dagli altri team. In
realtà, Stewart aveva pianificato di annun-
ciare il ritiro appena concluso il GP degli
Stati Uniti, ma per non creare ulteriori
ansie alla moglie aveva tenuto segreta la
sua decisione, informandone solo Ken Tyr-
rell.
Alle 11 e 54 di quel fatidico 6 ottobre, Fran-
çois Cevert, si avvia per “fare un tempo”
negli ultimi sei minuti della qualifica. Con
Stewart campione, è libero di correre per sé
e vuole a vincere, proprio al Glen, dove ha
ottenuto, due anni prima, il suo unico suc-
cesso in F.1. Determinato più che mai, fa
notare a Jo Ramirez, allora capo-meccani-
co in Tyrrell: “Hai visto che ho la macchina
numero 6, telaio n. 006, motore DVF n.66?
Oggi faccio la pole!”. Un minuto dopo,
François non c’è più. All’entrata della velo-
ce “esse” nella parte opposta al rettifilo,
dove la pista è in salita e cambia pendenza
e dove si scala da quarta a quinta, la vettura
si scompone leggermente, ma François tie-
ne giù il gas, sfiora il guard-rail all’esterno
Con la Tyrrell al Gp di Spagna del 1973
L’incidente fatale di Watkins Glen
In F.2 a Pau nel 1969