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MOTO GP
MARC MARQUEZ
di Stefano Semeraro
Signori della corte, commissari che dove-
te giudicare la condotta di Marc Marquez
nell’ultima gara mondiale ad Aragon e
decidere se squalificarlo o dargli un vigo-
roso buffetto sul casco, vi preghiamo:
non siate troppo severi. Valentino Rossi
l’ha buttata sul ridere («Marc andrebbe
squalificato per due anni»), alludendo al
fatto che così avrebbe un rivale in meno,
gli altri colleghi si sono uniti al coro, ma
senza ironia. E’ vero: il baby catalano in
questa stagione è recidivo, qualche
marachella l’ha combinata. Ma insom-
ma, sembra di rivivere le rampogne a
Marco Simoncelli. Marquez a volte è
troppo aggressivo, ma ad Aragon non ha
certo agito volontariamente quando nel
contatto con Dani Pedrosa ha toccato un
pulsante di troppo sulla moto del rivale.
E’ alla sua stagione di esordio inMotoGP,
un po’ di indulgenza se la merita. Se non
altro perché se questa stagione è viva,
trepidante, se ci sono stati duelli appas-
sionati e gare da ricordare, il grosso del
merito è suo. Del Messi del motocicli-
smo, che a 11 anni, proprio come il suo
collega predatore, fu portato dai genitori
a consulto dei medici perché cresceva
troppo poco. Alla fine gli ormoni della
crescita non li prese, come invece fece
Lionel, ma per lunghi anni è rimasto un
bambino gracile, quasi indifeso. Ha
rischiato anche di dover interrompere
precocemente una carriera destinata a
grandi cose per colpa di una caduta in
Moto2 che gli lasciò in eredità una vista
sdoppiata, e lo costrinse ad una delicata
operazione.
Ne ha scampate insomma più d’una, per
arrivare dove è arrivato. Può darsi che un
eccesso di irruenza, di aggressività, sia
dovuta anche ad ansie antiche. Quindi,
signori della corte, siate indulgenti con
lui: comprendetelo, se potete. E riflettete
che i suoi sorpassi a volte un po’ sopra le
righe, la sua feroce voglia di vincere, sono
anche il marchio di fabbrica dei campioni
veri, di quelli benedetti dagli dei della
velocità. Le corse sono pericolose, e anche
Marc il prodigio deve capirlo, ma è intel-
ligente, e non tarderà a farlo. Da solo, sen-
za bisogno di corti di giustizia. Se dovete
punirlo, fate con mano lieve, lasciategli il
tempo di capire. Vedrete che saprà stu-
pirvi, meravigliarvi anche in quello.
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