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E' la prima elettrica di BMW. Ma è anche
la BMW più avanzata tecnologicamente
nella costruzione degli ultimi vent'anni.
La i3 è una scommessa: può essere vincen-
te o perdente come la scooter con il tetto
fatto da Bertone non molti anni fa sempre
da BMW.
E a Monaco lo sanno tant'è c'è chi è felice
per gli ordini rilevanti già arrivati ma c'è
anche chi freddamente pensa al dopo lan-
cio, dove all'emozione subentra la ragione.
E pagare più di trentamila euro per un'au-
to che più di 150 km/h non fa ma soprat-
tutto oltre i 130 chilometri di autonomia
non ha, impone riflessioni da non dormire
di notte.
Definirla bella non è possibile. Affermare
che ha uno stile di rottura è invece corret-
to. Come anche sottolineare che vista Lei
tutte le altre appaiono vecchie. Anche den-
tro grazie a tanto spazio e materiali ricer-
cati che però appagano più l'occhio che il
tatto. Sempre nell'abitacolo si apprezza la
soluzione di metteremotore e batterie die-
tro nel pavimento così da avere spazio ma
si nota anche che per i piedi c'è poco spa-
zio.
Alla guida colpisce l'accelerazione ma
soprattutto che quando si toglie il piede
dall'acceleratore non serve toccare i freni
perché l'auto rallenta bruscamente per
l'effetto recupero energia cinetica. Ha tan-
tissimo sterzo, per cui si gira su sé stessa
anche in un fazzoletto ma lo sterzo così
generoso comporta che in curva si rischi di
pizzicare le ruote sui marciapiedi, perché
se ne da sempre troppo.
Mentre la si porta si rimane colpiti dalla
strumentazione e dal navigatore che
mostra una specie di ragnatela dove se si
sta dentro si può andare e tornare, se inve-
ce si esce...la carica, l'autonomia, obbliga
a uno stop per cercare energia. Allora si
pensa che per ricaricarla non bastano
minuti ma ore. Si pensa che se c'è un cam-
bio di programma non si può considerare.
Si pensa che se ci sono lavori in corso,
deviazioni... può crescere l'ansia.
Insomma si arriva a fare i ragionieri, si
rinuncia alla libertà e se non si è sognatori
si afferma: " intrigante, ma non fa per noi".
