Italiaracing.net Magazine - page 106

Francesco Candido
NelsonPiquet ripartedal kartingper lanciare
nelmotorsport il suonuovoerede, Pedro.Dal
Brasile nuovi piloti, vecchi campioni e diri-
genti del motorsport si fanno notare nel kar-
ting europeo. “Il kart è l’inizio di tutto. Costa
poco e fa imparare molto”, dice Piquet. Può
sembrareun’affermazione scontata, anche se
sull’argomento costi se ne potrebbe discute-
re. Il fatto è che a parlare èNelsonPiquet, che
a differenza dei ragazzi contemporanei, nella
sua adolescenza di kart ne ha vissuto poco. E
allora cosa c’entra Piquet nel karting, oggi? Il
tri-campione F.1 è l’ennesimo papà-accom-
pagnatore che si è visto quest’anno nel giro
internazionale: il figlio quindicenne Pedro è
stato in lotta per la vittoria nel FIA Academy
Trophy, iniziativa che ha contribuito ad atti-
rare inEuropa l’ennesima colonia brasiliana.
“L’Academy Trophy è una buona combina-
zione tra materiale tecnico e umano. E’ una
buona ideaquelladimettere insieme i ragazzi
emergenti di tutto il mondo su kart mono-
marca.” Abbiamo incontrato Piquet nel wee-
kend decisivo per il suo Pedro, che a Varen-
nes surAllier si erapresentatoda sfidanteper
la vittoria. L’ultimo sole estivo, nella Francia
centrale, non sarà stato quello brasiliano, ma
Nelson se lo godeva tutto, in un momento di
relax tra una gara e l’altra, vicino al suo cam-
per. E sull’argomento karting è stato prodigo
di consigli: “Un altro vantaggio del karting è
che in queste gare non ci si fa male. Il kart è
strutturato in modo da perdonare molto,
visto che gli stessi urti non hanno quasi mai
conseguenze. Ma questo non può diventare
il permesso a compiere manovre esagerate.
Serve un controllo attento sullo svolgimento
delle gare, per evitare eccessi che possono far
sviluppare comportamenti sbagliati nei gio-
vani piloti. Perciòè importante impartireuna
seriadisciplina,primacheiragazzisianopor-
tati ad agire allo stesso modo una volta saliti
in monoposto.”
Sorridete pure, voi che conoscete la storia
dellaF.1elezingaratechehannocreatoilper-
sonaggio di Nelson Piquet. I principi sono
sacrosanti e ladisaminadiNelsonè inappun-
tabile: “La tecnologia attuale aiuta molto a
educare i giovani piloti a un comportamento
esemplare, tanto più che oggi, rispetto a
quando ho iniziato io, l’ambiente è straordi-
nario. Oggi c’è la telemetria, che se in F.1 ha
aiutato tanti piloti senza esperienza, nel kar-
ting può essere utile a controllare in modo
sempre più preciso i piloti in vena di furbate.
Conquesti strumenti, se necessario, gli inter-
venti disciplinari possono diventare più fre-
quenti. Ma è importante che i ragazzi com-
prendano bene entro quali limiti devono
comportarsi nel confronto congli altri, prima
che lo imparino a loro spese in monoposto”.
PER CRESCERE
SERVE DISCIPLINA
In un discorso sul karting conNelson Piquet,
i riferimenti alla F.1 non potevano restare in
ombra troppo a lungo. A proposito di tecno-
logia, non si rischia di andare troppo oltre
anche sul kart? “Nel campo delle comunica-
zioni con il pilota inpista, quello chenon sop-
porterei oggi è il collegamento radio. Con i
miei tecnici dovevamo accontentarci di dia-
logare durante le soste ai box: si infilava lo
spinotto nell’interfono e ci si parlava solo per
quei pochi momenti. Se dovessi oggi sentire
un tizio nel casco che mi parla mentre guido,
lo manderei... a quel paese!” OK, l’ultima
espressione la addolciamo per poterla pub-
blicare su Italiaracing. Ci fa ricordare i
momenti imbarazzanti che passavaEzioZer-
miani, riprendendo questi... saluti in diretta
TV dal suo microfono. A proposito di TV,
guardi ancora i GP? “Certo, e con sempre più
comodità. Ora la F.1 si può guardare a piaci-
mento, anche il giorno dopo. Tra i vantaggi
offerti dagli attuali network c’è quello che si
può dormire a volontà, anche quando il GP è
in un fuso orario impossibile. E’ piuttosto la
F.1 che ha imboccato la strada tecnologica
dell’aerodinamica, che sovrasta tutte le altre
variabili. Se una volta i GP erano determinati
dallameccanica, piuttosto chedal pilota, oggi
la prestazione è prevalentemente frutto del-
l’aerodinamica, con un po’ di meccanica e un
piccolo apporto del pilota.”
Ora sei manager della tua discendenza di
piloti. Dopo Nelsinho, ecco Pedro che a 15
anni inizia la sua carriera. Cosa trasmetti loro
comemessaggio personale, prima che di tec-
nica racing? “Torno al discorso della discipli-
na,stavoltainsensopiùampio.Ciòchefacre-
scere i ragazzi è la vita all’internodi una orga-
nizzazione, come quella di un racing team,
nella quale apprendere una disciplina di vita
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IL PERSONAGGIO
NELSON PIQUET
Piquet con il nostro Candido
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