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con il numero 4/06 del 30/04/2003
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18 maggio 1942 n.1369
L’editoriale
PIÙ GARE IN USA
Si è sempre detto che gli Stati Uniti tendono a snobbare
la F.1. Austin invece, per il secondo anno consecutivo, ha
dimostrato che non è proprio così. Dopo le avvilenti tra-
sferte in Paesi che con il motorsport c’entrano poco o nul-
la, come l’India, la Corea ed Abu Dhabi, con tribune semi-
vuote e la totale assenza di personaggi VIP che tanto ser-
vono per portare un po’ di glamour in questa F.1 troppo
chiusa in se stessa, in Texas si è vista una parata di stelle
mica da ridere. Tanti attori e attrici di assoluta fama e
qualità che hanno attirato più volte le telecamere impre-
ziosendo senza dubbio il valore della F.1, con il sorriso
beffardo di Bernie Ecclestone finalmente contento di
assistere a un po’ di movimento nel paddock. Gli USA
dunque hanno risposto benissimo, e la posizione texana
di Austin ha permesso anche ai messicani di attraversare
il confine magari sperando un giorno di poter tornare ad
assistere ad un GP a Città del Messico. Austin è anche
l’unico ‘vero’ circuito degli USA: intendiamo progettato
con canoni tipicamente europei, anche per quanto riguar-
da la sicurezza, e di questo un po’ gli americani dovreb-
bero essere grati alla F.1. Un tracciato, firmato da Tilke,
molto bello e impegnativo come la maggior parte di quelli
che lui progetta, che però sorprendentemente non è inse-
rito nel calendario Indycar o Nascar, ma che invece ospi-
terà la USCC, nuova serie per Prototipi che ingloberà dal
2014 ALMS e Grand Am. Chissà che ora Ecclestone non
decida di abbandonare la triste Asia aumentando le tappe
in USA, un grande paese per le corse, un mercato comun-
que importante. Ci ha provato con New Jersey, ma sem-
bra non funzionare. Vediamo cosa si inventerà il boss.
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