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FORMULA 1
GP USA
Stefano Semeraro
No, non si annoia, Sebastian Vettel. E no
che non si annoia, a vincere. Per giunta
battendo un nuovo record ad ogni GP: con
il trionfo di Austin siamo ad otto vittorie
consecutive, e anche Michael Schumacher
e Alberto Ascari sono alle spalle. Si è trat-
tato del dodicesimo centro stagionale, e
quindi in Brasile sarà a tiro anche il
record, sempre di Schumacher (edizione
2004), del maggior numero di vittorie in
una sola stagione, tredici appunto. «No,
non mi annoio mai, anche perché ogni
weekend c’è un sacco di lavoro da fare. Il
segreto del nostro successo sta anche nella
concentrazione che mettiamo in ogni sin-
golo dettaglio, e quando ripenseremo a
quello che abbiamo fatto sono convinto
che molti stenteranno a crederlo».
Pole, gara in solitaria, arrivo in scioltezza
con sei secondi di vantaggio su Romain
Grosjean, due in più sul compagno Mark
Webber. E per chiudere i soliti “donuts” i
cerchi sgommati che peraltro da queste
parti sono graditissimi dal pubblico e por-
tano il copyright di Alex Zanardi. «Godia-
mocela, ragazzi – ha urlato nella radio al
box dopo aver tagliato il traguardo – per-
ché un giorno tutto questo finirà». Già, ma
quando? Perché se lui non si annoia il
resto del Circus rosica malumore, e
davanti alla tv, se uno non ha la pazienza
di cercarsi duelli minori, si rischia lo sba-
diglio. Purtroppo, va aggiunto, quando i
giochi sono fatti l’effetto abbiocco, in tutti
gli sport, non solo in F.1, è inevitabile. E
infatti alcuni team manager, a partire da
Stefano Domenicali, si sono già detti pre-
occupati per l’anno prossimo.
Ad Austin, Vettel e la Red Bull non hanno
neanche tirato troppo, tanto non serve. In
fabbrica stanno già lavorando a pieno
regime sulla vettura del 2014, così al box
hanno trovato un modo di divertirsi ten-
tando (e ottenendo, a quanto pare), il
record di velocità nel pit-stop: 1”923
secondi in occasione della sosta di Web-
ber. «Non ho perso la gara alla partenza –
ha provato invece a consolarsi Mark – ma
il sabato quando ho fatto un errore nel ter-
zo settore che mi è costato la pole. In gara
la macchina aveva un buon bilanciamen-
to, anche grazie a quello sono riuscito a
passare Hamilton nonostante lui mi abbia
un po’ spinto verso l’esterno. Poi ho rag-
giunto Grosjean, però passarlo si è rivela-
ta una impresa troppo difficile. Comun-
que mi ha fatto piacere salire sul podio
almeno una volta in America, perlomeno
in F.1». L’anno prossimo Mark si dediche-
rà all’endurance, e a quanto pare ai social
network, visto che che insieme all’ex cal-
ciatore inglese Michael Owen ha investito
in Sportlobster, un nuovo social tutto
dedicato agli appassionati di sport. Tanto
per tenersi impegnato. E non annoiarsi
troppo.
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