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Stefano Semeraro
Giù dal podio, ma su di morale.
«Sono davvero contento», ha detto
Lewis Hamilton al termine del GP
americano, «anzi, mi sento come
se avessi vinto la gara: perché per
la prima volta dopo l’Ungheria mi
è sembrato di fare progressi». In
gara ha battibeccato con i tecnici,
Luigino, ma alla fine si è rassere-
nato. Che si stia imborghesendo?
Di sicuro un po’ di sollievo gli è
venuto dalla sostituzione del telaio
della sua Mercedes che a Abu Dha-
bi si era crepato, inquinando gli la
performance. «E’ bello quando rie-
sci ad azzeccare la partenza e riesci
poi a gestire le gomme proprio
come bisogna fare. Alla fine hanno
tenuto, ed è stato un bene. Se mi
fossi fatto sorpassare da Alonso
tutto il team si sarebbe demoraliz-
zato, non volevo assolutamente
che capitasse. Ora abbiamo ancora
un lavoro da finire, l’obiettivo è
finire secondi, chiudere l’anno die-
tro solo alla Red Bull, ma davanti
alla Ferrari, alla McLaren e alla
Lotus sarebbe davvero una grande
cosa per tutto il team, ed è a quello
che stiamo lavorando. Non è che
negli anni scorsi Mercedes non se
lo fosse meritato, ma che questa
stagione i risultati sono finalmente
arrivati».
Un po’ meno allegro Nico Rosberg,
nono alla fine. «Non ho vissuto un
gran weekend qui a Austin – ha
ammesso il tedesco – è iniziata
male in qualifica quando ho dovuto
faticare per mantenere in tempera-
tura le gomme, e partire dal dodi-
cesimo posto rende tutto più diffi-
cile. In gara ho fatto qualche bel
sorpasso, ma con un solo pit-stop
non si poteva inventare molto a
livello di strategie, e finire nono
alla fine è frustrante, perché sono
convinto che la nostra macchina
valesse di più oggi. E’ positivo aver
aumentato il vantaggio rispetto
alla Ferrari, e adesso voglio finire
l’anno alla grande, se fosse in me
correrei già oggi in Brasile». Anco-
ra una settimana, poi a Stoccarda
potranno iniziare a ballare il sam-
ba.
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