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ADDIO A STEPNEY
LA SPIA CHE
VOLLE TROPPO
In un incidente stradale è scomparso l’ex capomeccanico della
Ferrari che nel 2007 passò alla McLaren i segreti di Maranello.
Un grande talento tecnico, tradito dalla troppa ambizione
Stefano Semeraro
Aveva spesso detto che un giorno avrebbe scritto un libro per raccontare la sua ver-
sione della più famosa spy-story della F.1. Ma ora Nigel Stepney non potrà farlo. Non
è stata la coscienza ad impedirglielo, ma un camion che il 2 maggio lo ha travolto
sull’autostrada inglese M20, nei dintorni di Ashford, nel Kent. L’ex-capo-meccani-
co della Ferrari, diventato celebre per aver passato i disegni della Rossa alla McLa-
ren ed essere stato prima licenziato e poi bandito per anni dalla F.1, aveva parcheg-
giato ai bordi della strada il suo van. La dinamica esatta non è stata chiarita, di cer-
to c’è che l’impatto con l’altro veicolo gli è stato fatale.
E’ la fine di una storia fra le più controverse nella storia del Circus, e di una perso-
nalità complessa, se volete shakesperiana, piena di luci e di ombre, di grande talen-
to e di ambizione eccessiva.
Stepney aveva iniziato la carriera da apprendista meccanico della Broadspeed
Racing, con le vetture Turismo. In F.1 era approdato a fine anni ’70 con la Shadow,
poi aveva lavorato per la Lotus seguendo nella scuderia di Colin Chapman il nostro
Elio de Angelis, e diventando capo-meccanico del team. Il suo destino si era legato
negli anni successivi ad altri grandi piloti: Ayrton Senna, poi Nelson Piquet alla
Benetton, prima di approdare alla Ferrari nell’era di John Barnard, dopo un inter-
mezzo in F.3000. AMaranello era rimasto anche dopo l’avvento di Ross Brawn, pas-
sando di grado, aumentando le sue competenze e le sue responsabilità. Chi lo ha
conosciuto bene lo descriveva come molto bravo e molto arrogante, ruvido e sprez-
zante al limite del sostenibile nei rapporti di lavoro, tanto da entrare in aperta con-
flittualità con alcuni dei tecnici emeccanici storici di Maranello. Dopo l’addio di Ross
Brawn si era convinto di poterne raccoglierne l’eredità, puntando troppo in alto.
L’ambizione frustrata lo aveva spinto sulla strada sbagliata. Prima fu accusato di aver
boicottato la Ferrari, mettendo della zucchero nei serbatoi durante il GP di Monaco
del 2006 (accuse che ha sempre respinto), poi licenziato in tronco, nel 2007, quan-
do esplose lo scandalo dello spionaggio e si scoprì che, per ingraziarsi il progettista
della McLaren Mike Coughlan e probabilmente aprirsi una strada in quella scude-
ria, deluso da come si erano messe per lui le cose in Ferrari, Stepney aveva passato
al “nemico” documenti riservatissimi di Maranello.
Dopo il bando dalla F.1 aveva iniziato a lavorare con le GT, alla JRM Nissan, facen-
dosi ancora una volta apprezzare per le sue grandi capacità, la sua esperienza, la sua
grinta da agonista puro ai box. La stessa grande, smisurata, voglia di vincere che lo
aveva portato fuori strada e trasformato da tecnico geniale in maldestro spione.
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