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Carlo Baffi
Londra, 31 luglio 1978. Dopo due settimane
diprocesso,l’AltaCortediGiustiziadellacapi-
tale britannica emette il verdetto di condan-
na contro la neonata scuderia inglese Arrows
Grand Prix International, colpevole di aver
copiato la monoposto realizzata dalla Sha-
dow. E’ l’epilogo di una vicenda che racchiu-
de in se tutti gli elementi di un vero e proprio
romanzo poliziesco: truffe, gangs e non ulti-
mo lo spionaggio. Ma andiamo con ordine,
ripercorrendo quei fatti che animarono il Cir-
cus negli anni dove c’era ancora spazio per le
iniziative di imprenditori coraggiosi e sogna-
tori. Tra questi c’è Don Nichols, un eccentri-
co ex agente della CIA, in servizio nel sud est
asiatico tra il 1950 ed il 1960. Dopo aver par-
tecipato ad azioni di guerra in Corea e Viet-
nam, Nichols si sposta inGiappone e collabo-
ra con Goodyear e Firestone. Tornato negli
StatiUniti fonda lascuderiaNichosAdvanced
Veichle System, che debutta nella serie Can
Am con una vettura chiamata Shadow, ossia
“ombra”. Anche il logo del team pare in linea
con il passato del suo fondatore: una sagoma
nera di un uomo con mantello e cappello a
tesa larga. Una sorta di Zorro, come a volte
ama presentarsi inpubblico lo stessoNichols.
Grazie ai finanziamenti del nuovo sponsor
petrolifero, la UOP (Universal Oil Products),
può concretizzarsi il sogno di debuttare in F.1
nel G.P. del Sud Africa del ’73. Dopo due sta-
gioni però, spuntano i problemi economici,
complice ladipartitadellaUOP. Traunvolan-
te noleggiato e l’altro, per 25 mila dollari a
gara, Nichols entra in contatto con Franco
Ambrosio, sponsor del suo pilota Renzo Zor-
zi. Ambrosio è un giovane rampante napole-
tano deciso a farsi largo nell’alta finanza; dice
di voler diventarepiù riccodi AristoteleOnas-
sis e cerca vanamente di comperare il Milan
di Rivera e l’ippodromo di Milano. Il suo
nomeperò, nonènuovonei casellari giudizia-
ri per via di qualche assegno scoperto di trop-
po. Reati poi decaduti, causa amnistia. L’ac-
cordo con laShadows simaterializzanel 1977,
anno della prima ed unica vittoria, a Zeltweg,
nel G.P. d’Austria dove si impone Alan Jones.
Un business che dovrebbe portare nelle casse
della scuderia oltre unmilione emezzodi dol-
lari. Usiamo il condizionale perché Ambrosio
si troverà di li a poco coinvolto in guai finan-
ziari e giudiziari, per viadei i suoi rapporti con
organizzazioni malavitose statunitensi. Un
contrattempo che provoca il mancato paga-
mento di alcune rate alla Shadow. Nichols,
ritrovandosi alle strette coi creditori, si vede
così costretto a mettere in vendita il team, il
cui valore viene stimato intorno al milione di
dollari. Un’offerta che non cade nel vuoto,
perché i potenziali acquirenti non mancano,
primo fra tutti è lo stesso Ambrosio, in corda-
ta conJackieOliver, inglese ed ex pilota ingle-
sedellaShadow. Secondo indiscrezioni, il pia-
no è quello di costringere Nichols a svendere
la scuderia, oppure acquistarla dal liquidato-
re dopo il fallimento. Ambrosio e Oliver agi-
scono…nell’ombra (è proprio il caso di dirlo),
fannoprogrammisulfuturopuntandosuidue
tecnici Alan Rees e Tony Southgate. Fondano
perfino la Shadows Cars Ltd. che risulterà in
seguito essere una lavanderia pubblica a cui è
stato cambiato il nome. Ma con un colpo di
coda, Nichols rientra in partita. Come? Ipote-
ca la propria abitazione, si fa prestare soldi da
Bernie Ecclestone e trova la sponsorizzazione
della Tabatip, società di Henry Villiger legata
al settore del tabacco. Una mossa che spiazza
Ambrosio&C., a cui non resta chemettersi in
proprio. Nasce così la Arrows, presentata a
Milano il 6 gennaio 1978. Un nome che tra-
dotto significa “frecce”, ma dove in realtà AR
sta per Franco e Cristina Ambrosio (la
moglie), RperRees, OperOliver,WperWass
ed S per Southgate. Grazie al lavoro di Sou-
thgate e Peter Wass, nella nuova officina di
Milton Keynes viene realizzata una monopo-
sto in soli sessanta giorni. E’ il modello FA 1
che debutta al G.P. del Brasile il 29 gennaio
del 1978 sul tracciato di Jacarepaguà, con il
nostro Riccardo Patrese. Però non appena la
vettura scende in pista, scoppia lo scandalo.
ANCHE SCOTLAND YARD
IMPEGNATA NELLE INDAGINI
Nichols sostiene infatti che quella Arrows è
tropposimilealla suaShadowDN9, chedove-
va ancora esordire. Gli accusati replicano che
si tratta solo di coincidenze, che un ingegne-
re è libero di portar con se le proprie idee e
che nei mesi precedenti la “scalata” alla Sha-
dow, si era lavorato su più progetti. Nichols
non ci sta, denuncia infatti che nel lasciare la
Shadow, Southgate si sarebbe appropriato
indebitamente dei disegni e di una parte di
componenti della DN9. Ma quando gli agen-
ti di Scotland Yard trovano nella sede della
Arrows del materiale compromettente, come
alcuni particolari (una pedaliera e la crema-
gliera dello sterzo) recanti il numero di dise-
gnoedifusionesegnatisulprogettodellaSha-
dow, laposizionedegli accusati si complica. Si
ipotizzano reati quali la frode, la cospirazione
ed il furto. Nichols sostiene per l’appunto che
la sua proprietà intellettuale sia stata violata.
Comunque sia, è indubbio che le vetture si
somiglino molto, tant’è che i team iscritti alla
FormulaOne Costructors Association, hanno
deciso che laArrowsnonpuò far partedell’as-
sociazione costruttori perché manca la cosid-
detta proprietà intellettuale. In realtà all’in-
terno della Foca, non viene vista di buon
occhio la figura troppo discussa di Ambrosio,
sul quale si scatena anche il “Sunday-Times”,
la cui inchiesta porterà l’avventuriero italiano
ad allontanarsi dalle piste. Intanto l’Arrows-
gate giunge in tribunale, che dopo le dovute
indagini emette la sentenza stilata dal giudice
Templeman, il quale concede aNichols un’in-
giunzione chemette al bando leArrows “foto-
copia”. A detta del magistrato, il 40%del pro-
getto è stato realizzato sulla base dei disegni
della Shadow. Tali progetti devono quindi
essere distrutti, o restituiti insieme alle even-
tuali copie alla parte lesa. Alla Arrows viene
impedito di proseguire il mondiale di F.1 con
la monoposto incriminata. Segue inoltre la
condanna al pagamento delle spese proces-
suali, stimate intornoai 100milioni di vecchie
lire, oltre che ad un risarcimento danni che
oscillatrai500e600milioni.Madopolatem-
pesta iniziale, tutto finirà quasi nel dimenti-
catoio. Southgate ed i suoi tecnici costruiran-
no una nuova vettura, la A1, che con Patrese
conquisterà ben 11 punti nel mondiale. La
Arrows proseguirà la sua avventura inF.1 fino
al 2002. Tornerà per le prime gare del 2006,
quando le scocche verranno acquistate dalla
meteora Super Aguri. La Shadow invece, farà
la sua ultima apparizione nel 1980, disputan-
do un soloG.P., quello del SudAfrica. Nichols
cederà infatti la proprietà all’imprenditore
cinese Teddy Yip l’anno dopo. Uscito definiti-
vamente di scena, l’uomo in nero morirà nel
giugnodel’92a69anni.EAmbrosio?“’Ogua-
glione d’oro”, com’era soprannominato per la
sua predilezione nei confronti del nobile
metallo, oggetto di lussuosi regali fatti agli
inviati nelle sue feste in villa a Portofino, con-
tinuerà ad essere al centro di loschi traffici;
dove spunteranno pure due morti sospette.
Sarà arrestato più volte e poi sparirà. Nell’ot-
tobre del 2007, verrà ritrovato solo e privo di
vita nella stanza di unmotel, vicino al grande
raccordo anulare di Roma.
Con una trama che sembra rubata da un romanzo poliziesco, ecco la storia che per tutto il 1978
accompagnò le cronache sportive della Formula 1 dell’epoca:
da una parte gli uomini della neonata scuderia Arrows, dall’altra la Shadow di Don Nichols
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