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FORMULA 1
GP ITALIA
LA CACCIATA
Montezemolo doveva, secondo molti della stessa Ferrari, annunciare il ritiro, ma dopo le qualifiche si era
detto pronto a restare al timone del Cavallino. Le durissime parole dell'ad della FCA Sergio Marchionne a
Cernobbio lo hanno, però, di fatto tagliato fuori dal futuro della Scuderia. Che ripartirà da Mattiacci,
Allison e forse da un ruolo di primo piano del “tifoso” Marchionne
Stefano Semeraro
Sabato l'arringa ai giornalisti e ai tifosi,
l'amore rinnovato per la Rossa, la disponi-
bilità a restare al timone almeno fino al
2016. «Continuo a lavorare per chiudere un
anno di conti record e ricostruire la Ferra-
ri con Marco Mattiacci – aveva raccontato
il Presidente della Ferrari Luca di Monte-
zemolo nel paddock di Monza - Quandome
ne andrò sarò io il primo a dirvelo». Dome-
nica la doccia gelata, arrivata da Cernobbio
dopo la delusione maturata in pista con il
guasto di Fernando Alonso e l'ennesima
gara mediocre di Kimi Raikkonen.
«L'uscita di Luca di Montezemolo non è in
agenda – ha sibilato l'amministratore dele-
gato della FCA, Sergio Marchionne – Che
resti, ma nessuno è indispensabile». E poi,
per chiarire il concetto e firmare una con-
danna ritardata, ma ormai inevitabile: «Io
e Luca siamo grandissimi amici, ma quan-
do ho letto le sue dichiarazioni ho pensato
che non avrei mai detto quelle cose di me.
Creare una posizione o farsi delle illusioni
al di fuori delle regole della dipendenza che
esiste fra management e azienda è una
cavolata che non esiste. Montezemolo ha
fatto un grandissimo lavoro sui risultati
economici della Ferrari, poi c'è il tema dei
risultati sportivi: sono tifoso da anni e
vedere la Ferrari arrivare settima o dodice-
sima con questi due piloti, entrambi cam-
pioni del mondo, è una cosa che non inte-
ressa né a me né alla Ferrari e chi mi dà
molto fastidio. Sono sei anni che facciamo
una grande fatica e non vinciamo. C'è un
problema da risolvere. Va bene vendere
macchine, ma bisogna anche vedere la Fer-
rari vincente in F.1».
Non parole, né pietre: macigni. Che si van-
no a piazzare sulla strada di Montezemolo
e prima o poi (si parla di sei mesi), appena
saranno risolti i problemi contrattuali, por-
teranno al divorzio fra la Rossa e l'uomo
che a metà degli anni '90 riprese in mano
Maranello e ingaggiando un dream tema
composto da Jean Todt, Ross Brawn, Rory
Byrne e Michael Schumacher regalò alla
scuderia un ciclo favoloso. Quegli anni
però, sono lontani, il post-Todt è stato un
fallimento di lusso, e Mattiacci è stato chia-
mato non per dare continuità a questa sto-
ria, ma per trasformarla.
A puntellare la traballante sedia di Monte-
zemolo ci ha provato (incautamente, va
detto) anche il Presidente del Coni Giovan-
ni Malagò, ma il futuro della Rossa, pare
certo, non prevede la presenza dell'uomo
che in 23 anni ha guidato la Ferrari a 14 tito-
li Mondiali, di cui 8 costruttori, e 118 vitto-
rie nei GP. Secondo le testimonianze rac-
colte dal Corriere della Sera, Montezemolo
avrebbe reagito con molta amarezza alle
parole di Marchionne, dicendosi preoccu-
pato che la Ferrari sia ormai diventata
«americana», che possa fare «la fine della
Lamborghini», e non escludendo che sarà
lo stesso Marchionne ad avocare la presi-
denza del marchio più prestigioso del mon-
do. Previsioni e profezie a parte, l'autunno
di Montezemolo nel motorsport sembra
insomma ormai iniziato. Per lui c'è in vista
un nuovo orizzonte in seno all'Alitalia,
mentre se non sarà l'uomo dal golfino blu
a sostituirlo, la carica potrebbe finire aMat-
tiacci, con James Allison nuovo capo della
Gestione Sportiva. Sfumato il sogno di por-
tare Adrian Newey a Maranello, il jolly
potrebbe essere il rientro di Ross Brawn a
Maranello dopo l'anno sabbatico seguito
all'addio alla Mercedes. Nei piani del-
l'azienda c'è comunque una sterzata deci-
sa, la voglia di riacquistare quel peso poli-
tico che sottotraccia la dirigenza FCA rim-
provera a Montezemolo di aver perso e di
dimenticare scelte poco felici (vedi l'addio
a Claudio Costa, che ora vince con la Mer-
cedes, e la fiducia rinnovata a progettisti
che da anni non azzeccano un progetto).
Poi, una rinnovata presenza nel motorsport
mondiale, forse non solo F.1 (in fondo la
FCA fra poco sarà davvero un'azienda ame-
ricana), sicuramente una sfida da portare
ai veri competitor della casa madre: Mer-
cedes, Renault, Honda, Toyota, Volkswa-
gen, Audi. Quelli che vendono molte mac-
chine, e che per riuscirci vincono anche
molte gare.
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