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con campioni del calibro di Antonio Asca-
ri, Campari, Varzi e Nuvolari. Al volante di
un’Alfa P3, nel G.P. di Germania del 1935,
“il mantovano volante” s’impone sul temu-
tissimo Nurburgring, beffando le favoritis-
sime Auto Union davanti a 300 mila spet-
tatori ed ai vertici nazisti. Sempre nel ’35,
Nuvolari firma il record di velocità sul chi-
lometro (321,428), su un tratto della Firen-
ze Mare, nei pressi del Castello d’Altopa-
scio. Un primato che viene conseguito con
l’Alfa Bimotore costruita interamente nel-
lo stabilimento di Ferrari a Modena, il cui
progetto porta la firma di Luigi Bazzi.
L’anno successivo, Nuvolari, conquista la
prestigiosa Coppa Vanderbilt a Long
Island, a bordo dell’Alfa 12C. Nel 1937, nel-
le proprie officine modenesi, Ferrari,
insieme al valido progettista Gioacchino
Colombo, realizzano la 158, la vettura che
sarà meglio conosciuta come “Alfetta” e
che nel dopoguerra sarà protagonista nel
neonato mondiale di F.1, conquistando i
titoli iridati, prima con Nino Farina e poi
con Juan Manuel Fangio. Però malgrado i
ripetuti trionfi, i rapporti tra Ferrari ed i
vertici del Portello, non sono sempre idil-
liaci. Gli scontri non mancano con il diret-
tore, Ugo Gobbato e quando alla casa mila-
nese approda un ingegnere spagnolo, tale
Recart, la situazione si complica ulterior-
mente. Ferrari mal sopporta il nuovo arri-
vato, non gli risparmia alcuna critica anche
con sarcasmo. La guerra esplode in occa-
sione della prima prova del modello pro-
gettato dal tecnico iberico. Le evidenti
carenze vengono aspramente sottolineate
da Ferrari, ma Gobbato che ripone la sua
fiducia in Recart, non gradisce e si giunge
alla rottura definitiva, con il conseguente
licenziamento del Drake. Con i soldi otte-
nuti dalla propria liquidazione, in Ferrari
matura l’idea di proseguire l’attività spor-
tiva con proprie autovetture. Il passo
seguente sarà la nascita della Auto Avio
Costruzioni, dal momento che l’Alfa ha
imposto al costruttore modenese di non
utilizzare il proprio cognome sulle vetture
realizzate. Occorrerà attendere l’11 maggio
del 1947, quando sul circuito di Piacenza,
scenderà in pista il primo modello di una
Ferrari. Si tratta della “125” affidata a
Franco Cortese. Sarà l’inizio del grande
mito.