Background Image
Previous Page  13 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 13 / 68 Next Page
Page Background

13

con campioni del calibro di Antonio Asca-

ri, Campari, Varzi e Nuvolari. Al volante di

un’Alfa P3, nel G.P. di Germania del 1935,

“il mantovano volante” s’impone sul temu-

tissimo Nurburgring, beffando le favoritis-

sime Auto Union davanti a 300 mila spet-

tatori ed ai vertici nazisti. Sempre nel ’35,

Nuvolari firma il record di velocità sul chi-

lometro (321,428), su un tratto della Firen-

ze Mare, nei pressi del Castello d’Altopa-

scio. Un primato che viene conseguito con

l’Alfa Bimotore costruita interamente nel-

lo stabilimento di Ferrari a Modena, il cui

progetto porta la firma di Luigi Bazzi.

L’anno successivo, Nuvolari, conquista la

prestigiosa Coppa Vanderbilt a Long

Island, a bordo dell’Alfa 12C. Nel 1937, nel-

le proprie officine modenesi, Ferrari,

insieme al valido progettista Gioacchino

Colombo, realizzano la 158, la vettura che

sarà meglio conosciuta come “Alfetta” e

che nel dopoguerra sarà protagonista nel

neonato mondiale di F.1, conquistando i

titoli iridati, prima con Nino Farina e poi

con Juan Manuel Fangio. Però malgrado i

ripetuti trionfi, i rapporti tra Ferrari ed i

vertici del Portello, non sono sempre idil-

liaci. Gli scontri non mancano con il diret-

tore, Ugo Gobbato e quando alla casa mila-

nese approda un ingegnere spagnolo, tale

Recart, la situazione si complica ulterior-

mente. Ferrari mal sopporta il nuovo arri-

vato, non gli risparmia alcuna critica anche

con sarcasmo. La guerra esplode in occa-

sione della prima prova del modello pro-

gettato dal tecnico iberico. Le evidenti

carenze vengono aspramente sottolineate

da Ferrari, ma Gobbato che ripone la sua

fiducia in Recart, non gradisce e si giunge

alla rottura definitiva, con il conseguente

licenziamento del Drake. Con i soldi otte-

nuti dalla propria liquidazione, in Ferrari

matura l’idea di proseguire l’attività spor-

tiva con proprie autovetture. Il passo

seguente sarà la nascita della Auto Avio

Costruzioni, dal momento che l’Alfa ha

imposto al costruttore modenese di non

utilizzare il proprio cognome sulle vetture

realizzate. Occorrerà attendere l’11 maggio

del 1947, quando sul circuito di Piacenza,

scenderà in pista il primo modello di una

Ferrari. Si tratta della “125” affidata a

Franco Cortese. Sarà l’inizio del grande

mito.