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Gianluca Marchese
Foto Raveggi
Alla Nissena è stato tributato un grande applauso alla memoria
di Otakar Kramsky, che tra l'altro molti italiani conoscevano bene,
scomparso sabato durante le prove a Rechberg. Dal pomeriggio-
sera del 25 aprile i toni erano sempre rimasti dimessi nell'am-
biente delle cronoscalate, del resto. In Austria si è deciso di
correre ugualmente domenica, su manche unica dopo una salita
di prove, e quasi tutti i piloti si sono presentati al via. Il secondo
round dell'Europeo si è concluso con la vittoria di Faggioli sulla
Norma, con, per la cronaca, il tempo di 2'02”711, non certo sui
livelli da primato. Era nell'ordine delle cose, dopo che il giorno
prima, poco dopo lo start della sua salita di prove, Kramsky aveva
perso il controllo della Reynard K15 mentre percorreva una ve-
loce e lunghissima piega verso destra finendo nel bosco in un
punto in cui non era presente alcuna barriera. Nemmeno minima.
Per il pilota e preparatore céco classe 1959, molto noto nell'am-
biente (tre allori europei per lui su Bmw M3 negli anni Novanta),
non c'è stato nulla da fare dopo lo schianto contro gli alberi. Non
era mai successo niente del genere a Rechberg, a livello di con-
seguenze fatali, ma gli “avvertimenti”, soprattutto proprio in
quel tratto iniziale, erano stati diversi in passato. Ma anche “in
futuro”, perché già il giorno dopo, la domenica stessa, pure
Maggiani è uscito di strada lì vicino, ma terminando con l'Osella
dall'altra parte rispetto agli alberi, dove nel frattempo a bordo
strada erano stati posizionati dei new jersey in cemento. In-
fatti, per disputare la gara, alcuni piloti, tra cui Faggioli, ave-
vano preteso che in quel punto fossero istallate delle barriere,
chiedendo che per il 2016 sia trovata una soluzione definitiva.
Per quanto riguarda l'uscita di Kramsky, raccogliendo varie te-
stimonianze e considerazioni anche alla luce dei segni lasciati
sull'asfalto, l'ipotesi più gettonata sembrerebbe quella di una
non perfetta percorrenza del curvone, forse stringendo troppo
all'interno per poi finire verso l'esterno, magari nel tentativo
di controllare la Reynard. Resta poi possibile anche la dinamica
legata a un guasto tecnico. Ma sabato è stata una giornata stra-
maledetta per le salite anche per la scomparsa di Simon McKin-
ley in un incidente a Scalp Hill (invero un mondo “salitaro” del
tutto diverso rispetto a quello continentale) mentre il quattro
volte campione irlandese era al volante di una Ralt Rt4. E le po-
lemiche, anche se a volte troppo fini a se stesse, fanno discu-
tere non poco. Di certo dalla FIA ora in molti si aspettano
risposte verso un deciso cambio di rotta che possa favorire e
magari garantire migliori condizioni per tutti gli attori delle cro-
noscalate. Piloti in primis.