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ITALIANO RALLY

Adriatico

Poche parole per risassumere, bene, il fine

settimana: “Questa è la nostra gara, ci piace

in modo particolare e infatti qui siamo sem-

pre andati bene”. Non la fa lunga, Gillo

D'Amore per raccontare le sue sensazioni

alla fine di un rally con poco storia che lui e

Umberto Scandola hanno dominato più di

quanto non parrebbero dire i ventun se-

condi che hannomesso fra loro e Sébastien

Chardonnet. Subito davanti, il veronese e

l'imperiese non hanno fatto il vuoto, ma non

sono neppure mai stati in affanno e la ten-

tazione di dire che hanno controllato gli av-

versari – il francese che è stato l'unico a

tenerli in qualche modo sotto tiro e gli altri

che – è forte assai. E probabilmente offre

la miglior chiave di lettura della due giorni

sulla terra marchigiana.

Umbi ascolta il suo compare e sottoscrive.

Con qualche aggiunta: fa notare che la

Fabia Super2000, proprio come si aspet-

tava, è ancora competitiva sulle strade bian-

che e rivolge un pensiero alla squadra e alla

Michelin che gli ha fornito “scarpe” adatte.

Poi pensa al campionato e rende tutti par-

tecipi della gioia che gli procura il fatto di

essere rimasto sul treno che porta al titolo:

“Il primo posto – ammette – è esattamente

quello che ci voleva per restare in gioco e

averlo ottenuto non può che farmi un gran

piacere”. Non usa frasi roboanti, mai lo ha

mai fatto e mai lo farà. Ma il suo sguardo

dice più delle sua parole: nei suoi occhi c'è

tutta la (legittima) soddisfazione di essere

riuscito a disputare una gara perfetta nel

corso della quale ha vinto otto degli undici

round a disposizione. E quella di aver fatto

il pieno di punti tricolori.

Non è l'unico a mostrarsi soddisfatto. Non

proprio come lui, ma non tanto meno, è

contento pure Sébastien Chardonnet che è

stato l'unico a impedirgli di andare a spasso

per tutto il sabato. Il francese ha messo in

cassaforte un piazzamento che lo rilancia

nella sfida verde-bianco-rossa e ringrazia chi

lo ha messo in condizione di farlo: la Pirelli,

Agostino Roda e Luca Zonca il cui apporto

– fa notare – è stato parecchio importante.

Anche e soprattutto per aiutarlo a miglio-

rare il suo feeling con la Fiesta e, ovvia-

mente, per metterlo in condizione di

trovare in fretta la strada da seguire per

adattare l'auto uscita dalla M-Sport alle ca-

ratteristiche delle strade del Bel Paese. Ma,

ragazzo intelligente e determinato, ci tiene

a fa notare che l'argento rastrellato sulla

terra intorno a Cingoli dev'essere solo un

punto di partenza: “Il più resta da fare”,

dice. Aggiunge: “Il mio obiettivo, adesso, è

confermarmi nei prossimi impegni e pro-

vare a ottenere ancora di più. Non sarà fa-

cile e tuttavia ci proverò”.

Una certa contentezza la mostra pure Gian-

domenico Basso, ma più con le parole che

con la sua espressione. Racconta di essere

felice di avercela fatta ad arrampicarsi per la

seconda volta di fila sul podio, però am-

mette di aver sofferto parecchio almeno

fino a metà gara e confessa che per essere

del tutto competitivo sugli sterrati avrà da

lavorare parecchio insieme alla squadra.

“Tutti abbiamo una gran voglia di farlo e

spero di arrivare alla partenza del San Ma-

rino in condizioni decisamente migliori”.

Già, il San Marino. Ma prima dell'appunta-

mento nell'Antica Terra della Libertà, lui e

gli altri che hanno nel mirino la coroncina

italiana dovranno affrontare la sempre fa-

scinosa sfida sull'asfalto della leggendaria

Targa Florio e se quella siciliana non sarà la

battaglia campale, non serve guardare nei

fondi del caffé per sapere con certezza che

chiarirà molto, molto bene chi è davvero in

grado di puntare in alto.

Sébastien

Chardonnet