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IL RICORDO
La festa per Attilio
Una giornata
perfetta
foto Rebecca Lumachi
Ari Vatanen si sfila dalla Fiat Abarth 131 in livrea Alitalia e fa sa-
pere di volere un caffé. Il tempo di fare due passi verso il bar
più vicino e qualcuno lo chiama al telefono: prima di avere il
tempo di allontanarsi come educazione impone, chi lo accom-
pagna non può fare a meno di ascoltare le prime parole che
pronuncia: “Sono in Italia per una bellissima manifestazione in
memoria di Attilio Bettega e sono orgoglioso di esserci”. Sono
le stesse cose che aveva detto un'oretta prima davanti al palaz-
zetto dello sport di Molveno, ma proprio perché inserite in una
chiacchierata personale, hanno un peso ancora maggiore.
La scena si svolge a Trento che ha aperto le porte del suo sa-
lotto buono per accogliere sette delle auto che il campione
molvenese aveva usato per scrivere pagine importanti della
storia dei rally. E i tanti che, oltre alla berlina-per-famiglia-
che-vinceva-le-corse, ammirano la mitica Stratos e la A112
Abarth, la Lancia Rally e l'Opel Kadett, la Fiat 128 coupé e
l'Opel Ascona, testimoniano con la loro presenza quanto è
ancora vivo il ricordo di Bettega. Pur se sono passati tren-
t'anni da quel tragico 2 maggio nel quale, attonito come tutti,
Vatanen, ribadiva la sua fede dicendosi certo che Attilio fosse
in cielo e confidava di pensare soprattutto alla moglie e ai
due bambini del collega caduto sul campo. Senza enfasi,
come sempre. Chi quel giorno era in Corsica non l'ha dimen-
ticato.
C'è il sole e molti di coloro che hanno risposto all'invito di Ales-
sandro che, diventato uomo, s'è dato un gran daffare per alle-
stire quella che Isabella ha fin da subito chiamato “La festa per
Attilio”, non riescono a non pensare che può essere stato sol-
tanto il sorriso dell'Uomo che aveva pagato il prezzo più alto
alla propria passione a sgombrare il cielo dalle nuvole che fino
alle prime luci dell'alba lo ingombravano.
La giornata va avanti. Bene come era iniziata. Dal capoluogo il
serpente di auto in parata punta su Andalo dove un piazzalone
è stato allestito per far ruggire le belve davanti ad altri appassio-
nati. Poi si torna a Molveno. Selfie e sospiri, ricordi e autografi in
attesa dell'appuntamento conclusivo con tutti gli addetti ai lavori
ad alternarsi sul palco per parlare del loro rapporto con Attilio
per raccontare aneddoti spesso indediti. Cercando di contenere
in qualche modo la commozione. Con Marisa Borghini e Leo To-
disco Grande, bravissimi, pronti a intervenire ogni volta che la
forza dirompente delle lacrime era sul punto di avere la meglio.
Con gli splendidi filmati di Piero Comanducci, più Lelouche che
Fellini, a far rivivere l'epopea dei rally. Una serata perfetta a con-
clusione di una giornata perfetta. Di quelle che dentro lasciano
il segno, di quelle – per dirla con Vatanen – alle quali bisogna as-
solutamente fare in modo di esserci.