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EUROPEO RALLY

Sata Açores

Io do qualcosa a te, tu dai qualcosa a me. Il testa a testa fra

Craig Breen e Kajto Kajetanowicz è avvincente come pochi:

nella manche lusitana del campionato europeo, i due comin-

ciano a darsele di santa ragione già nella kermesse di Ponta

Delgada con l'irlandese che lascia tre secondi netti al polacco.

Sulla terra di Sao Miguel, reagisce ma non prende il largo. Die-

tro di un secondo e otto dopo la seconda piesse e di uno e

quattro dopo la terza, dopo la quarta passa in testa con un van-

taggio di un secondo e cinque che sale a cinque secondi dopo

la quinta e scende a due e quattro dopo la sesta. Dopo l'ul-

timo tratto della prima boucle del venerdì torna dietro di sei e

sette e si rimbocca di nuovo le maniche: nel pomeriggio recu-

pera subito un secondo e sei, poi uno, quindi uno e tre e nel-

l'ultimo round riprende il boccino. La giornata si chiude con il

pilota con la 208 T 16 della Peugeot Academy davanti a quello

con la Fiesta di due secondi e tre. Robetta. Un soffio, dopo

quasi un'ora e mezza di gara vera. Gli altri sono già lontani: Ri-

cardo Moura, l'enfant du pays con la Fiesta, è a più di uno venti;

frenato da uno di quei problemi con la valvola pop-off che,

chissà poi perché, capitano quasi esclusivamente alle Peugeot

R5, Bruno Magalhaes è a oltre due minuti e José Pedro Fontes

con la DS3 è a tre minuti e mezzo.

Alla ripresa delle ostilità, il primo (e unico) successo parziale di

Moura è oscurato dall'ennesimo cambio al vertice: secondo

tempo, Kajto torna in testa con mezzo secondo su Craig. E' il

canto del cigno del pilota dell'est che subito dopo, sui ventun

e passa chilometri della Tronqueira, lascia quindici secondi e

spiccioli al rivale. E capisce di non avere più speranze di vin-

cere il duello: “A questo punto – annuncia – non ho più nes-

suna possibilità di tornare davanti. Non alla regolare”. Lo sa

pure Breen che, tanto per non saper né leggere, né scrivere,

assesta un altro colpetto prima di imporsi un ritmo adeguato

a non rianima le speranze dell'inseguitore e a restare concen-

trato. Non sbaglia niente, lascia una piesse, la terzultima, a Ke-

jetanowicz, firma le ultime due e chiude con un vantaggio

impensabile e bugiardo.

“Volevo vincere e ho vinto”, fa il determinatissimo campion-

cino della Republic of Ireland. Aggiunge: “Voglio continuare a

crescere e per sperare di ritagliarmi un posto nel mondiale

devo vincere l'europeo”. Il battuto prova a vedere il bicchiere

mezzo pieno, ma farlo non gli è facile: “Il risultato – osserva –

non è male, ma neppure tanto bene...”. Poi si cosparge il capo

di cenere e si scusa con la gente della sua squadra: “Questa

mattina sono stato io a volere partire con gomme che si sono

rivelate non le più adatte alle condizioni del fondo. Ho sba-

gliato e mi spiace non aver ripagato con un primo posto l'im-

pegno di tutti coloro che ancora una volta mi hanno affidato

una vettura perfetta”.

Craig Breen