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e un quinto posto, ma si è preso la piazza d'onore in campio-
nato approfittando del disastroso fine settimana di Rossi. In
difficoltà sin dalle prove libere, l'americano non ha raccolto
nemmeno un punto. Simbolico in negativo, per lui, il pit-stop
effettuato d'emergenza in gara 2, dopo essere andato in crisi
di gomme. Insomma, ci vuole ben altro per minacciare Vando-
orne, che ha persino qualche rammarico. In gara 1, se non fosse
stato per lo start a rilento e la penalità (giusta) di 5” per un-
safe release in pit-lane, il pupillo McLaren avrebbe potuto rac-
cogliere più di un quinto posto. Ma il suo recupero è bastato a
far capire perché è il più forte della pattuglia.
Gasly cresce bene
Marciello senza podio
Ad animare l'appuntamento in terra magiara sono stati inoltre
Pierre Gasly (secondo in gara 1, per una doppietta marchiata
DAMS) e il nostro Raffaele Marciello, al quale è però mancato
il guizzo decisivo. Quarto in qualifica, e in battaglia per la pole,
il pilota della Trident in gara 1 ha ceduto terreno prezioso per
un problema al pit-stop, chiudendo settimo in rimonta. In prima
fila per gara 2, Lello ha patito il lato sporco della griglia ritro-
vandosi quarto, senza inserirsi nella caccia al podio. Così, si è
accontentato dell'ideale medaglia di legno. A Spa lo scorso
anno maturò la sua prima vittoria in GP2, ci auguriamo che la
storia possa ripetersi tra un mese.
Latifi e Gelael positivi
Amberg, nuovo stop
A Budapest le new-entry erano Nicholas Latifi e Sean Gelael,
entrambi provenienti dalla Formula Renault 3.5. Con un solo
weekend di esperienza alle spalle (Abu Dhabi 2014, con Hil-
mer), il canadese ha preso in mano la vettura numero 16 della
MP Motorsport, senza sfigurare a centro gruppo. Più ostico il
compito dell'indonesiano del team Carlin, che non aveva mai
guidato la Dallara GP2/11. Bravo a non commettere errori, Ge-
lael ha accumulato chilometri che gli saranno utili nei prossimi
round in cui si misurerà. Ulteriore stop, infine, per Zoel Am-
berg, Lo svizzero rientrava con la Lazarus dopo essere stato
fermo in Austria e Gran Bretagna per motivi fisici, ma è stato
nuovamente costretto ad alzare bandiera bianca.
GP2
Gare a Budapest
Lynn, pole e vittoria
Matsushita la novità
L'inglese, campione in carica della GP3 e in orbita Williams F.1,
è stato mattatore tra venerdì e sabato. In qualifica ha centrato
la sua prima pole-position stagionale, beffando proprio Van-
doorne per 19 millesimi. In gara 1 si è imposto con autorità
dopo aver condotto i primi 23 giri con le coperture medie, ed
effettuando sorpassi convinti dopo la sosta ai box per ripren-
dersi la vetta. L'alfiere della DAMS aveva già vinto a Barcellona
in gara 2, ma il peso di una Feature Race è decisamente supe-
riore. Tuttavia, Lynn si è eclissato nella Sprint Race, restando
fuori dalla zona punti. Matsushita, portato in Europa dalla
Honda dopo il successo nella F.3 giapponese, ha invece sfrut-
tato perfettamente la pole della domenica per la griglia inver-
tita. Un'intera corsa in testa, senza sbavature, senza subire la
pressione dello scomodo compagno di squadra Vandoorne.
L'inno del Sol Levante è tornato a suonare nella categoria ca-
detta sei anni dopo Kamui Kobayashi.
Sirotkin doppio podio
tracollo Rossi
L'Hungaroring ha promosso anche Sergey Sirotkin. Raddriz-
zando una qualifica sottotono, il russo ha ottenuto due splen-
didi terzi posti. In gara 1 ha strappato il podio a Rio Haryanto
a due curve dal traguardo, con una manovra di rapina: frenata
al limite, le due ruote interne sull'erba, un contatto in cui il ri-
vale della Campos ci ha rimesso l'ala anteriore. Per i commis-
sari, comunque, è stato tutto ok. Poi il bis in gara 2, rimanendo
sempre vicino a Vandoorne, e quasi attaccandolo all'ultimo
giro. Un bottino di livello assoluto, che prolunga il momento
d'oro iniziato a Montecarlo. Ormai il driver della Rapax non è
soltanto il miglior rookie, è quasi un potenziale contendente al
trono. Quarto in classifica generale con 103 lunghezze, Sirotkin
è ad un soffio dallo stesso Haryanto (109) e da Alexander Rossi
(105). L'indonesiano non ha realmente graffiato, con un quarto
Nobuharu Matsushita