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La gente ama i piloti
non le power unit
E’ questione di punti di vista certamente, ma rimane il fatto che
gli appassionati non vanno in pista pensando a ciò che spinge le
monoposto, ma per applaudire le gesta di chi siede nell’abita-
colo. Si ricordano le gesta e i duelli di Gilles Villeneuve e René
Arnoux, di Michael Schumacher e Jacques Villeneuve, di James
Hunt e Niki Lauda, di Ayrton Senna e Alain Prost, di Nelson Pi-
quet e Alan Jones, non certo quali motorizzazioni e tecnologie
avessero all’epoca le loro vetture. A nessuno importa l’ultima evo-
luzione della power unit Ferrari, la favolosa nuova ala anteriore
Mercedes dotata di tre bandelline avveniristiche (che poi se si
staccano, capita che la monoposto non perde neanche un de-
cimo sul giro). A tutti importa vedere chi frena per ultimo, chi su-
pera all’esterno un avversario in condizioni precarie di aderenza.
Costi alle stelle
Costruttori assenti
Questo accadeva da sempre in F.1, finché un giorno, chi co-
manda non decise che doveva vincere la tecnologia. I costi
sono schizzati in alto in maniera impressionante (dai 6 mi-
lioni annuali per una fornitura di V8 si è passati ai quasi 20
per gli attuali V6 turbo di 1.6), le tecnologie sono divenute
impossibili rendendo la vita insonne agli stessi ingegneri. Le
power unit hanno debuttato nel 2014 deprimendo la F.1.
Mercedes è partita in tromba, Ferrari dopo quasi 24 mesi ha
raggiunto lo stesso livello. Renault no, Honda ancora meno.
Nei piani FIA i grandi costruttori come BMW, Toyota, Audi,
Porsche e perché no Peugeot e Citroen avrebbero dovuto
o potuto accettare la nuova sfida tecnologica, invece manco
ci hanno pensato. Troppo complicato e costoso, troppo dif-
ficile riuscire ad emergere, troppo facile danneggiare l’im-
magine, come sta accadendo a Honda e Renault. Meglio
l’Endurance o il DTM o il WTCC, o magari il Mondiale Rally
dove si può raggiungere il successo spendendo meno e con
una esposizione mediatica inferiore. Dove se si vince, allora
si interviene con un grande dispiego di pubblicità, se si
perde tutto passa in silenzio. La F.1 nel 2016 presenterà
ventidue monoposto. Di queste diciotto utilizzeranno mo-
tori Mercedes e Ferrari, le altre quattro Renault e Honda.
Che nessuno vuole, del resto. I francesi si faranno un team
loro, i giapponesi arrancano con la McLaren e stop. E’ que-
sto il segnale accecante della crisi.