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La categoria lanciata da Lotti sta divenendo un punto fermo

nel panorama del motorsport e tutto questo in soli 12 mesi.

Ecco come sarà il 2016

Dario Sala

Un anno fa, di questi tempi, la TCR Series era appena

stata annunciata. Si chiamava ancora TC3 e si por-

tava dietro una serie di incognite, ragionevoli dubbi

e l'incertezza su cosa potersi aspettare da una nuova

categoria turismo. Si sapeva che dietro c'era Mar-

cello Lotti con la sua organizzazione (e quindi garan-

zia di credibilità), ma c'era anche un automobilismo

che, dilaniato dalla crisi, vedeva categorie chiudere e

piloti abbandonare. Oggi, a distanza di un anno,

sembra in realtà passato un secolo. La categoria non

solo è nata, ma è partita e via via si è consolidata gra-

zie all'arrivo di nuovi costruttori a cui in pochi davano

credito alla vigilia. Invece giovedì scorso sul circuito

Jules Tacheny di Mettet in Belgio, luogo dove la ca-

tegoria si è trovata per celebrare la nascita della TCR

Benelux e fare il punto della situazione generale, si è

chiaramente avuta l'impressione di un interesse

enorme per una serie che ha mantenuto le pro-

messe. La conferenza stampa era affollatissima.

Team manager, personaggi inviati delle case a dare

un'occhiata, piloti e promotori delle serie nazionali e

la stampa. Insomma c'erano tutti, ma la fotografia

che meglio ha testimoniato la crescita della TCR era

rappresentata dall'esposizione delle macchine. Seat

Léon, Volkswagen Golf, Subaru STi, Honda Civic,

Ford Focus e la nuovissima Opel Astra presentata in

anteprima direttamente dalla OPC. Impensabile fino

a cinque mesi fa. Il tutto con le conferme dell'arrivo

dell'Alfa Romeo Giulietta di Romeo Ferraris e quello,

probabile, della Peugeot 308 in via di omologazione.