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Il caso Michelin
In cerca di vere risposte
Il rientro in MotoGP della Michelin continua a rivelarsi più ostico del
previsto. Il problema che ha coinvolto Redding nella FP4 è un’altra
tegola sul cammino dell’azienda transalpina. Un episodio simile si
era già verificato a febbraio durante i test di Sepang, con Loris Baz
lanciato sul rettilineo a circa 300 chilometri orari. In quell’occasione
la causa scatenante sembrava legata a pressioni di gonfiaggio
troppo basse scelte dal team Avintia, ma un altro cedimento ri-
chiede per forza analisi più dettagliate. Per qualcuno non è da sot-
tovalutare che in entrambe le occasioni sia stata coinvolta una
Ducati, dotata della maggiore cavalleria in MotoGP. Come puntua-
lizzato tuttavia a Sky Sport dal ds Ciabatti, al di là di un calcolo pro-
babilistico (sono ben otto le Desmosedici iscritte), Redding e Baz
dispongono rispettivamente della GP15 e della GP14.2, due ver-
sioni diverse. Ad accomunarli, semmai, è la stazza fisica che forse
sollecita maggiormente il retrotreno. Senza dimenticare che l’at-
tuale elettronica standard, meno sofisticata, provoca più pattina-
mento e usura. Un mix pericoloso con il caldo delle prove malesi e
del sabato in Argentina. «La sicurezza per noi è la preoccupazione
principale, abbiamo fatto tutto il possibile perché la gara si svol-
gesse senza incidenti», ha sottolineato il responsabile del progetto
Nicolas Goubert. In effetti, alla Michelin va riconosciuto l merito di
aver reagito prontamente. Si poteva del resto assistere ad un’altra
figuraccia globale, come quella, suo malgrado celebre, consumata
in Formula 1 al GP degli USA del 2005.
Pedrosa fortunato
Lorenzo a terra
Questa serie di circostanze ha catapultato Dani Pedrosa sul
terzo gradino del podio, decisamente inatteso per come si
erano messe le cose. «Forse è il giorno più fortunato della mia
carriera», ha confessato il fantino catalano. Al contrario, chi la-
scia il Sudamerica con il morale a terra è il campione in carica
Lorenzo. In netto contrasto con l’apertura di Losail, il maior-
chino ha faticato per l’intero fine settimana. La vetta guada-
gnata allo start è stata infatti un fuoco di paglia: «Non mi
trovavo a mio agio in queste condizioni, è colpa mia». Perso il
contatto con i rivali, la scivolata: «Queste sono le corse, si vince
e si perde. Bisogna voltare pagina».
Outsider sugli scudi
Aprilia settima
In una domenica pazza non potevano mancare i colpi degli out-
sider, con Eugene Laverty fantastico quarto in volata su Hec-
tor Barbera. E dire che entrambi dispongono della versione
GP14.2 della Ducati, di cui hanno salvato il bilancio in classifica
costruttori. Dietro di loro Pol Espargaro (Tech 3), ma soprat-
tutto Stefan Bradl. Il settimo posto per l’Aprilia profuma d’im-
presa: è addirittura il miglior piazzamento in top class dal GP
di Gran Bretagna del 2003. A contorno l’ingresso in top 10 di
Alvaro Bautista, scampato a una scivolata (non inquadrata) e
ad un incidente con un meccanico in pit-lane. Grande ramma-
rico invece per Redding, che era sesto davanti a Pedrosa prima
che la sua GP15 marchiata Pramac si fermasse. Alla luce degli
eventi, avrebbe potuto salire sul podio.
Scott
Redding