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INDYCAR

Il campione

Marco Cortesi

Il francese che non ti aspetti. Simon Pagenaud è arrivato al suc-

cesso con un percorso tutto suo, guidando ogni genere di vet-

tura che gli capitasse davanti e riuscendo a ritrovare la strada

dell’affermazione nelle formule che sembrava ormai essergli

definitivamente preclusa. Il trentaduenne di Poitiers, dopo un

inizio di carriera nelle categorie addestrative Renault che gli

aveva portato un secondo posto come miglior risultato nella

Eurocup 2000, ha vinto scegliendo l’America. Con decisione e

convinzione si è dedicato anima e corpo ad un mondo che sen-

tiva come più vicino, amico, o quantomeno possibile. In grado

di ricompensare (a volte) in maniera più proporzionale all’im-

pegno profuso. Pronti-via è arrivato il successo nella Champ

Car Atlantic battendo nientemeno che Graham Rahal, e il titolo

portato a casa così velocemente davanti a cotanto nome non

poteva non attirare l’attenzione di tutto l’ambiente.

Da pilota multiuso

a campione Honda

Così, senza fare troppo l’integralista delle ruote scoperte, le

opportunità si sono moltiplicate, e Pagenaud ha guidato qua-

lunque vettura gli capitasse a tiro. Instaurando anche ottimi

rapporti coi costruttori, Peugeot e soprattutto Honda. Proprio

i giapponesi, o meglio i rappresentanti della filiale americana

HPD, hanno creduto fin da subito nelle sue possibilità, utiliz-

zandolo in pista e come ambasciatore, dal titolo vinto nell’Ame-

rican Le Mans Series fino all’avventura della Pike’s Peak con un

monovolume super-elaborato. Provando e riprovando, Page-

naud ha continuato ad attirare su di sé attenzioni positive.

Da Schmidt a Penske

per diventare una stella

Dalla Honda è arrivata la chance di fare da “ufficiale” in IndyCar

con il team Schmidt. Altra opportunità trovata, altra opportu-

nità sfruttata. Quinto posto in campionato il primo anno, terzo

posto il secondo con due vittorie conquistate: mai la compa-

gine di Sam Schmidt era arrivata così in alto. L’anno scorso, il

debutto col team Penske frutto dell’ennesima intuizione riu-

scita del capitano, che nonostante i risultati altalenanti gli ha

dato fiducia. E, quest’anno, l’incoronazione. Anche grazie ai

problemi di salute di Power a St. Petersburg, l’inizio è stato ful-

minante con tre vittorie e due secondi posti nelle prime cinque

gare. Il resto è storia recente, con la rimonta dell’australiano

frustrata da un contatto a Watkins Glen, ed il dominio totale

ed incontrastato di Sonoma. Dopo gli scherzi e le ironie per la

somiglianza col cattivo del film “Talladega Nights” Jean Girard,

Pagenaud è pronto ad essere solo Simon Pagenaud, campione

IndyCar.

Tutta la gioia

di Pagenaud

a fianco di

Roger Penske