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GP G.BRETAGNA

Gli sconfitti

Vettel preoccupato per

le qualifiche in salita

La Ferrari di cose buone, ottime anzi, ne ha fatte, anche se lo

sviluppo del motore portato in pista in Inghilterra, il terzo della

stagione, non ha dato i frutti sperati; era piuttosto il pensiero

di una Mercedes mansueta, disposta a farsi domare che rap-

presentava una chiara illusione. A Stoccarda hanno incassato

le sconfitte, lavorato sulla gestione delle gomme e sul motore

(il vantaggio sul giro a favore dei tedeschi si dice sia di 35-40

cavalli) e sono tornati competitivi. Meglio: vincenti. In qualifica,

a dire il vero, lo sono rimasti, e questo è probabilmente il pro-

blema principale della Ferrari: 8 pole a 2, la ferita su cui Vettel

ha messo il dito, allargando il dolore. «In qualifica possono

cambiare mappatura al motore e prendersi dai tre ai sei decimi

di vantaggio. A Baku erano 7, in Austria mezzo secondo. E

questa è una cosa che noi non possiamo fare». Può essere che

alla base della carestia di pole ci sia un problema nel mecca-

nismo dello start, di certo partendo più spesso avanti proba-

bilmente la storia degli ultimi GP sarebbe stata diversa. Vettel

non si sarebbe trovato a battagliare, a fare a sportellate, e non

avrebbe rimediato il cartellino giallo per le ruotate di Baku.

Budapest pista

amica della Ferrari

Sulle gomme le teorie sono diverse, la Pirelli ha parlato di un

assetto estremo che potrebbe aver concorso – insieme alla

spiattellata del tedesco – a usurare la copertura, e comunque

si è messa al banco per studiare in maniera comparativa gli

esemplari che hanno tradito i due ferraristi e altri usciti dalla

fabbrica. Studiare il passato serve a capire il presente, l'impor-

tante è tenere sempre lo sguardo al futuro. Ora arriva l'Hun-

garoring, tracciato tortuoso, teoricamente favorevole al passo

corto della SF70 H. Mentre a Silverstone la supremazia aero-

dinamica della Mercedes è stata evidente a Budapest la mano

potrebbe, dovrebbe essere favorevole alle Rosse. «Ci mancava

velocità», ha ruggito Vettel domenica scorsa, e la colpa è anche

dell'intervento della FIA che ha bocciato alcune delle soluzioni

studiate a Maranello per migliorare i flussi d'aria – sempre

quella... - costringendo gli ingegneri ad aumentare l'incidenza

delle ali.

Arrivabene non si lamenta

Lauda lancia frecciatine

Ma come ha detto giustamente Maurizio Arrivabene, lamen-

tarsi non è da Ferrari: occorre lavorare. «Noi abbiamo lavorato,

lavorato e lavorato», ha ripetuto acidoNiki Lauda a Silverstone.

«La Ferrari ha pagato il fatto di aver voluto continuare fino alla

fine con le stesse gomme, anche se era prevedibile che non

avrebbe funzionato». Come dire: faciloneria italiana. O magari

una frecciatina verso Marchionne, che ha chiesto a inizio anno

una Rossa d'attacco, non rassegnata ma audace, anche a costo

di pagare qualche soluzione borderline, qualche strategia ri-

schiosa. Non serve sprecare aria per rispondergli. Meglio ossi-

genare il cervello, evitare il panico, e ripartire da capo.