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DTM
Il caso
Ora per il DTM c'è
il rischio sopravvivenza
Da qui si misura il peso della scelta compiuta dal management della
Stella, che difficilmente potrà risultare indolore. Anzi, non è azzardato
considerarlo un colpo basso all'intero movimento. Da marzo Gerhard
Berger è subentrato ad Hans Werner Aufrecht al vertice dell'organiz-
zazione, ora è già chiamato a risolvere il problema più grosso di tutti:
l’ex pilota austriaco dovrà garantire la sopravvivenza del campionato
dopo questo terremoto, che si manifesterà a scoppio ritardato. Sulla
carta rimane un anno e mezzo per prepararsi, in realtà molto meno.
"Dobbiamo rispettare la decisione, la Mercedes ha comunicato il suo
ritiro con grande anticipo. Questo dà il tempo di analizzare la situa-
zione", si leggeva nella nota diffusa all'indomani dal promoter ITR.
Due costruttori
sono sufficienti?
Partiamo da un precedente: dopo il ritiro della Opel a fine 2005, Audi
e la stessa Mercedes hanno tenuto in piedi il DTM da sole per sei edi-
zioni. A grande richiesta è poi arrivata, anzi tornata, la BMW. Una gri-
glia composta di due soli costruttori non è certo l'ideale, ma all'epoca
in qualche modo sono bastati. Situazioni simili, se vogliamo, ci sono
nella F3 europea (Volkswagen contro Mercedes), in IndyCar (Honda
contro Chevrolet) e nella Super Formula giapponese (Honda contro
Toyota). Ma in questo caso si parla soltanto di motori per monoposto,
dove ormai il concetto di "monomarca" è la normalità. Molto meno
nelle ruote coperte: non a caso nell'endurance il quasi concomitante
addio annunciato dalla Porsche fa tremare il WEC e l’esistenza della
classe LMP1 per come la conosciamo. Sono scenari da mexican stan-
doff: chi molla per primo rischia di portare automaticamente all'ab-
bandono pure l'avversario.
Le valutazioni
di Audi e BMW
I tempi, comunque, sono cambiati e non è detto che Audi e BMW ab-
biano voglia di ritrovarsi in un infinito 1 contro 1. Spiazzati dalla notizia,
i rispettivi reparti corse stanno valutando le contromisure. La parteci-
pazione di Ingolstadt ha resistito ai tagli dopo lo scandalo dieselgate,
costati invece l’uscita dal WEC e della Volkswagen dai rally. Anche per
motivi di immagine, Audi aumenterà invece proprio coinvolgimento
nella stessa Formula E, assorbendo il team satellite Abt, mentre la cu-
gina Porsche non esclude un’avventura in Formula 1, dirottando così
molte risorse del gruppo. Per quanto riguarda la BMW, il progetto
prioritario nel 2018 sarà proprio nel WEC, con la neonata M8 iscritta
alla classe GTE. A Monaco di Baviera, più volte, hanno fatto capire
che un DTM con soli due costruttori non interessa: peraltro richiede-
rebbe uno sforzo aggiuntivo per contribuire ad allestire uno schiera-
mento almeno accettabile.