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Già quest'anno
griglia ridotta a 18
Al netto della mossa Mercedes, la sensazione è infatti che il DTM per
la triade tedesca fosse già passato in secondo piano rispetto ad altre
sfide, presenti e future. Del resto, alla vigilia di questa stagione è stato
sintomatico il taglio delle auto iscritte da 24 ad appena 18, vista la ri-
duzione da otto a sei partenti concordata da ciascun reparto corse per
risparmiare qualche milione di euro. Sono state messe alla porta squa-
dre come Mucke e Schnitzer, e un paio di piloti sono stati costretti a
guardarsi altrove. Lo spettacolo, va detto, non ne ha in fondo risentito
troppo, ma è stato inevitabile storcere il naso.
Servono cambiamenti
drastici e immediati
Il DTM entra quindi in una fase molto delicata, con la necessità di ma-
novre strutturali per restare sulla cresta dell’onda. Non sarà facile. At-
tirare nuovi brand, oggi, si direbbe un’impresa: in più di un decennio
si sono susseguite voci di vari ingressi (Lexus, Citroen, il rientro di
Opel), ma niente si è lontanamente tradotto in qualcosa di concreto.
E conservando l'attuale configurazione è quasi scontato: a fronte di
costanti ritocchi tecnico-sportivi, che ricordano la schizofrenia avuta
dalla F1, di base abbiamo macchine bellissime da vedere, veloci per-
sino più di una GT3, ma costose, dall'aerodinamica esagerata, equi-
paggiate da voluminosi otto cilindri aspirati. Suggestivi, sì, eppure
lontani dagli ultimi trend tecnologici.
Il regolamento della
Class One resta un miraggio
Lo studio del regolamento Class One, pensato per creare una piattaLo
studio del regolamento Class One, pensato per creare una piattaforma
comune con il Super GT giapponese (e un eventuale allargamento al-
l'America, via IMSA), era un'idea interessante ma non si andati oltre
una conferenza stampa a Tokyo, nel 2014. Anzi, mentre i costruttori
del Sol Levante a fatica si sono presto adeguati, nel DTM il passaggio
è stato via via posticipato, soprattutto su spinta della stessa Mercedes.
Paradossale, per chi l'aveva fortemente voluto. Al momento la data
fissata è quella del 2019: troppo tardi, o momento giusto per cam-
biare? Nei mesi scorsi, in verità, la convergenza verso la Class One
sembrava addirittura destinata a sfumare in modo definitivo, mentre
gli organizzatori del Super GT sarebbero pronti ad abbracciare altre
strade. Adesso ITR ha anticipato di "preparare un concept sostenibile
per il futuro". Ma è tutto da capire.
Dall'Australia il
modello da seguire?
In questo caso, a nostro parere la fonte di ispirazione potrebbe venire
dalla lontana Australia. La popolarissima serie Supercars (in propor-
zione l'equivalente locale del DTM), abbandonata l'etichetta "V8" ha
tracciato i piani per una grande evoluzione tecnica. Le gare sono da
sempre entusiasmanti e combattutissime, i modelli di partenza per
segmento di mercato sono accostabili alle apprezzate berline teuto-
niche, ma con una preparazione molto meno estrema. Sono genuine
auto turismo, rispetto a quelli che nel DTM sono autentici prototipi
costruiti quasi da zero. Anche qui abbiamo assistito per un'eternità
allo storico dualismo fra Holden e Ford, ma in questi ultimi anni si è
aggiunta la Nissan, e ci hanno provato persino Volvo e, ironia della
sorte, Mercedes. Non senza qualche soddisfazione. Chissà quindi che
Berger non ci faccia un pensierino.