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di Stefano Semeraro
Sospiri, quest’anno è nata la F.4 Italia e voi
avete subito abbracciato questa iniziativa.
Come è andata e che ne pensa della serie?
Può avere un futuro in Italia?
«La F.4 è andata bene per tutti. La macchina è
molto valida, azzeccata per insegnare bene ai
ragazzini, e molto precisa negli inserimenti.
Anche le gomme sono molto buone, con un
ottimo picco di rendimento e poi una buona
durata. Complimenti anche alla Pirelli, ma
soprattutto a Gianfranco De Bellis e Artico
Sandonà, perché in poco tempo hanno tirato
fuori una macchina spettacolare».
La Tatuus è il più grande costruttore di
monoposto per le serie propedeutiche.
Euronova ha un lungo rapporto con loro,
tra Renault, la defunta Abarth, la F.4...
«Noi abbiamo iniziato a collaborare con Tatuus
nel 2001/2002, con la F. Renault 2.0. La loro
forza sta nella professionalità, nell’intelligenza
che mettono nel loro lavoro, nella
comunicazione che sanno stabilire con le
squadre. Offrono un livello professionale
altissimo, sono i numeri uno».
Ritiene che entrambe le monoposto Tatuus,
di F.Renault e F.4 possano essere
ulteriormente sviluppate o vanno bene
come sono?
«La F.4 è già ad un ottimo livello. L'unica cosa
che mi sento di suggerire sarebbe quella di
lasciare ancora più libertà alle squadre
nell'utilizzo di alcuni componenti e regolazioni,
ad esempio dei tamponi, ma la macchina si può
dire che sia già perfetta così. E’ studiata per i
15enni ma sa insegnare benissimo anche un 18‐
20 enne. Il passo avanti in F. Renault è stato
fatto avanti adottando il kit Tatuus: adesso è
una macchina, prima non lo era. Anche lì non
vedo tanti miglioramenti possibili.
Purtroppo i regolamenti Fia la rendono un po'
grossa, un po' pesante. La Abarth era una vera
macchina, con i pesi giusti, ma non rispondeva
ai requisiti Fia».
Da tempo come Euronova siete impegnati
su tre diversi fronti: Auto GP, F.Renault
NEC e F.4 Italia. Che cosa ha significato dal
punto di vista logistico e dell’impegno dei
vostri uomini?
«E’ già da tre‐quattro anni che impegnati in tre
diversi campionati. E' dura, non dico difficile,
perché fortunatamente posso contare su ragazzi
molto bravi, ingegneri bravissimi, Gianluca
Gradassi che si occupa un po’ di tutto e mia
moglie che gestisce la logistica. Così dividendo
le tre squadre riusciamo a dare il massimo.
Considerato che siamo sempre stati nei primi
due o tre team nei vari campionati, credo vada a
nostro merito».