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INDYCAR
GARA A HOUSTON
Massimo Costa
Unamonoposto che all’ultimogiro
di gara 2 decolla violentemente,
una rete di protezione che non
protegge, strappata via dalla forza
della Dallara lanciata in piena
velocità. Pezzi che volano ovun-
que, anche su un nutrito gruppo
di spettatori che si trovavano su
una tribunetta piazzata (destino
inquietante) proprio nel punto in
cui Dario Franchitti ha colpito la
rete. Eh si, è stato lo scozzese a
rischiare grosso tamponando la
Dallara di Takuma Sato che aveva
leggermente sbandato, e dunque
rallentato, e che lui seguiva come
un’ombra. Il classico incidente in
cui un pilota nulla può, dopo di
che a decidere come finirà è solo
la fortuna. Di incidenti del genere
ne abbiamo visti numerosi sui
tracciati ovali, da Ryan Briscoe e
Mike Conway fino all’ultimo tra-
gico di Dan Wheldon. Su un cir-
cuito cittadino la memoria è vola-
ta molto lontana, a quando a
Toronto 1996 in un episodio simi-
le Jeff Krosnoff prese la spinta
verso l’alto urtando la vettura di
Stefan Johansson davanti a lui.
Per il pilota canadese non vi fu
nulla da fare. A Franchitti è anda-
ta molto bene, per fortuna. Una
caviglia fratturata e una frattura
vertebrale che non richiederà un
intervento chirurgico. La scocca
robusta della Dallara ha fatto il
suo dovere, il casco non ha colpito
paletti o muretti come accadde a
Wheldon, e tutto è finito per il
meglio. Ma che paura. Tutti shoc-
cati alla fine della seconda gara, in
particolare Sato e anche Ernesto
Viso che arrivato in quella zona
subito dopo, ha urtato lamonopo-
sto ferma in mezzo alla pista del
giapponese ex F.1. Franchitti fu
già protagonista di voli spavento-
si, su ovali, chissà se questo bru-
tale urto lo convincerà a fermarsi,
ora che ha raggiunto i 40 anni ed
ha disputato la seconda stagione
in retroguardia, sotto le aspettati-
ve. Oppure sarà tentato nello sfi-
dare il suo vecchio rivale nella
CART, Juan Pablo Montoya?
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