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Quindi il secondo posto nell'Eurocup
2013 è stata una sorta di rinascita?
"Penso di sì, anche perché l'ho conquistato
battagliando per il titolo fino all'ultima
gara e con un team che fino a quel momen-
to non era mai stato in lotta per certi tra-
guardi. E poi il secondo posto nell'Eurocup
è un buon risultato a prescindere, sono in
ottima compagnia se considerate che pri-
ma di me sono arrivati secondi anche Kvyat
e Vandoorne".
Proprio parlando di Vandoorne, credi
che i risultati straordinari dei rookie
in Renault 3.5 negli ultimi anni abbia-
no cambiato le aspettative verso i
debuttanti, che timettanoaddossopiù
pressione?
"Non direi e sono tranquillo, più che altro
perché non credo che qualcun altro possa
mettermi addossopiùpressionedi quellache
mi creo io stesso. Sono determinato a dare il
centoper cento e piùdi quellononpotrei fare
in ogni caso".
È però un dato di fatto che negli ultimi
anni i migliori piloti dell'Eurocup
abbiano fatto il salto in World Series
senza nessuna difficoltà, e quanto
ottenuto finora da te e Gasly nei test
conferma la tendenza. Te ne sei chie-
sto il motivo?
"Permelaspiegazioneèsemplice:siamobra-
vi. Non lo dico per vantarmi, credo che sia un
dato di fatto. Arrivare nei primi dieci dell'Eu-
rocup F.Renault 2.0 è già difficile, e questo
vuol dire che i piloti che riescono a finire tra
i primi tre in genere hanno veramente delle
qualità. È un campionato di livello altissimo,
amio avviso competitivo quanto l'europeo di
F.3, se nondi più. Guardate le qualifiche: con
una sessione da 15 minuti su una pista come
Spa si hanno al massimo due giri lanciati, se
va tutto bene. O vai forte subito, o finisci
indietro".
RacingSteps ti ha lasciatovoce incapi-
tolo per quanto riguarda la scelta del
team?
"No perché Fortec è il loro teamdi riferimen-
to e a me sta bene così, guardando i risultati
degli ultimi anni. La mia opinione l'hanno
chiesta per quanto riguarda il campionato da
farmi disputare. Mi hanno chiesto cosa pre-
ferissi traGP3 eWorldSeriesRenault, dicen-
do che per quanto possibile avrebbero tenu-
to conto della mia preferenza. Non è stata
una scelta facile: quando ho provato la GP3
mi sono subito sentito a mio agio con la
monoposto, e ho avuto subito la sensazione
che avrei potuto lottare per la vittoria, che
sarei andato incontro a una stagione più
semplice. La F.Renault 3.5, per contro, era
una sfida decisamente più impegnativa e un
campionato dove posso imparare molto di
più. Alla fine ho scelto la sfida".
Chi ti aspetti possano essere gli avver-
sari da battere quest'anno?
"Uno ce l'ho nel mio stesso garage, Sirotkin.
Poi forse Melker, a seconda delle scelte che
farà, e senza dubbio Sainz. Carlos è decisa-
mente veloce e non può essere considerato
un rookie perché l'anno scorso ha fatto qua-
si tutta la stagione. Poi potrebbero inserirsi
anche altri, il livello del campionato sarà
ancora una volta molto alto".
Un successo colto da debuttante
potrebbe aprirti porte inattese. Sei
ancora in contatto con la McLaren?
"Quando uscii dal loro programmami disse-
ro che avrebbero comunque continuato a
seguirmi, e che in caso di bisogno avrei potu-
to contattarli e mi avrebbero aiutato come
potevano. Il mio contatto però era diretta-
mente Martin Whitmarsh (Oliver sorride,
ndr) e quindi non so davvero quale sia la
situazione in questo momento".
La F.1 è un sogno a cui in pochissimi
arrivano. Come hai programmato il
tuo futuro nel caso non dovessi farce-
la?
"In questo momento sono abbastanza rilas-
sato e tento di sfruttare al meglio le opportu-
nitàchemivengonoconcesse,maquestonon
vuol dire che non pensi al futuro. Sono con-
sapevole del fatto che a 21 anni non ho un
lavoro e per dedicarmi alle corse sto rinun-
ciando a una formazione universitaria, per
cui è chiaro che non ci sono alternative, fare
il pilota dovrà essere il miomestiere. L'obiet-
tivo è riuscire a fare il professionista, dove
non è così importante. Di certo il DTM è un
campionato che mi piace moltissimo e in cui
mi piacerebbe gareggiare prima o poi, e
anche l'America è una via interessante. Arri-
vare in Indycar tramite l'Indy Lights potreb-
be essere un'alternativa per costruirsi una
carriera".
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corse, e al tempo non capivo quanto le due
cose, la dedizione assoluta e i risultati in
pista, fossero collegati. Il cambio di passo è
arrivato a fine 2012, quando anche laRacing
Steps Foundationmi ha comunicato che ero
fuori dal programma. In pratica, senza sup-
porti esterni, la mia carriera era finita. For-
tunatamente, però, grazie all'aiuto chemi ha
dato Derek Walker sono riuscito a tenere
aperto un piccolo spiraglio, a fare rimanda-
re la decisione definitiva di un paio di mesi,
e in quell'intervallo mi sono preparato fisi-
camente come mai avevo fato prima. Quan-
do mi sono ripresentato da loro ero in for-
ma smagliante e ho chiarito che avevo final-
mente compreso i miei errori del passato. A
quel punto loro hanno tirato fuori il pro-
grammanell'Eurocupcon laMPMotorsport
e ho preso l'opportunità al volo. In realtà ho
sempre avuto il sospetto che non volessero
davvero chiudere con me, che quell'ultima-
tumfosse soprattuttounmododi darmi una
scossa, ma è un'altra di quelle cose che non
saprò mai".
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