Italiaracing.net Magazine - page 57

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DarioSala
Trovargli un momento libero per potergli
parlareè stataun'impresa realmenteardua.
E allora François Ribeiro, nuovo deus ex
machina delWTCC (direttore di Eurosport
Event), memore della promessa fatta qual-
che ora prima, quelmomento lo ha cercato
da sè e si è presentato nella sala stampa di
Marrakech per un incontro a quattrocchi.
Qualcheminutoper fare ilpuntodellasitua-
zioneeparlaredel futurodellacategoriache
in Marocco ha debuttato nella sua nuova
veste.
Mister Ribeiro, soddisfatto dello
schieramento2014?
“Se alla fine dello scorso annomi avessero
detto che saremmo partiti con sedici TC1
avrei dato del matto a chiunque. Invece, le
macchine ci sono. E' stato un lavoromolto
difficile e faticoso,ma alla fine pensiamodi
aver raggiunto un numero in linea con le
aspettative dettate daimomenti che stiamo
vivendonelmondo”.
Unnumerodestinatoacrescere?
“E'quellochevogliamoechestiamocercan-
do di fare. Altri due costruttori sarebbero
l'ideale. Ci sonodei contatti è inutilenegar-
lo e con qualcuno abbiamo redatto una let-
teradi intenti.Nomiovviamentenonne fac-
cioperchénon sarebbe serio.Moltimi chie-
donodell'AlfaRomeo e devodire che è sta-
to curioso leggere i blog dopo aver annun-
ciato che la4C sarebbe stataanostraSafety
Car. L'interesse che si è creatoè stato incre-
dibile.Ovviamente la fantasiahagaloppato,
ma questo significa che la gente è attenta e
che il campionato suscita interesse”.
Nelpaddocksimormoradinuovipro-
getti che riguarderebbero le vetture
dellaclasseTC2. Puòconfermare?
“Stiamo valutando cose nuove. La nostra
idea, in accordo con la FIA (confermata da
Jean Todt nell'incontro con la stampa,ndr)
èquelladiunapiramidepervettureTurismo
sul modello di quanto avviene in F.1 con la
GP2 e laGP3onelmotociclismo”.
Quindi èpensabile che laTC2 si stac-
chi dal TC1 ediventi unaltro campio-
nato?
“Lanostra intenzioneèquelladiavereschie-
ramenti diversi. IlWTCC fatto solo convet-
ture di classe TC1, mentre le TC2 faranno
gara a sé in una nuova serie. E' chiaro che
occorrerà cambiar loro identità. Vorremmo
che fosseromacchinemolto legate a quelle
diserieconunregolamentosemplicechedia
vitaadunacategoriaabassocosto.Unavol-
taredatto il regolamento,chepotrebbeesse-
re lo stessoounabaseperdelle serienazio-
nali, avremoun campionato che seguirebbe
ilWTCC inalcune tappe.Non in tutteovvia-
mente, esattamente come fa la GP2 con la
F.1”.
Avetegiàqualche ideadelregolamen-
to?
“Ci sono dei progetti,ma la cosa importan-
te è che sia legatoamacchinedi serie già in
commercio, che sia economico ( si pensa
attornoa300milaeurondr) e cheabbia lo
stesso regolamento sportivodelWTCC, così
i giovani vivranno subito la realtà delmon-
diale.Perfineanno,pensochequalcosaarri-
verà sul tavolo e allora ci saranno i presup-
posti per parlare seriamente di questanuo-
va categoria”.
Quella di Marrakech è una partenza
inusuale per il campionato. Non c'è
piùMonza,unnomestoricodell'auto-
mobilismo, dovremo abituarci ad un
WTCC sempremenoeuropeo?
“Dovremo abituarci ad un campionato che
seguirà l'evolversideimercatidell'auto.Non
cisaràquindidastupirsisesicorrerà inpae-
si emergenti dove l'auto è un settore in
espansione”.
LaCitroen stagiàdominando ilmon-
dialetantochequalcunoparladicam-
pionato già finito… e siamo appena
all’inizio. Vi preoccupa questo aspet-
to?
“LaCitroenha lavoratomoltobenesfruttan-
doalmeglio lerisorsee il tempoasuadispo-
sizione.Hannomesso inpista lamacchinaa
luglio2013mentre i suoi diretti avversari lo
hanno fattosolamenteverso febbraioemar-
zo2014.Altri ancorahannovisto lamacchi-
nasolamente quiinMarocco.Inpiù laCitro-
ennonha lesinato suniente, facendo test a
profusione inserendo nella macchina solu-
zioni tecnichemoltoavanzatee inusuali per
questa categoria. Era logico che avessero
questo vantaggio. Sono però sicuro che gli
avversarinonstarannocon lemani inmano
e recupereranno. Il loro livello èmolto alto.
Quindi non siamo ancora preoccupati di
questodominio,maèchiarocheosserviamo
il fenomeno molto attentamente in tutti i
suoi aspetti”.
Il WTCC per sfondare ha bisogno di
grandi nomi, di expiloti di F.1?
“Credodi noanche se è chiaro cheungran-
de nome attira sempre. Una delle condizio-
ni per avere SébastienLoeb era che lemac-
chine fosseropiùpotenti edifficilidaguida-
re.Mezzi impegnativi cheesaltassero ledoti
dei piloti. E' gente fatta così. Vogliono tutti
più potenza e macchine con grande carico
aerodinamico.Allora iodicoperchéanziché
rincorrere un pilota in uscita dalla F.1, non
proviamo a cercare di avereValentinoRos-
si, per esempio. Correrà ancora due o tre
anni inmotoepoi?Hagiàdisputatogare in
auto, ci sa fare, e questa sarebbe la sua
dimensione idealedovepotersi esprimereal
meglio. Perchénonpensarci”?
“VOGLIAMO
TINO ROSSI”
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