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ITALIANO RALLY
TARGA FLORIO
Per dirla con Riccardo Cocciante, era già
tutto previsto. Lo era che la Peugeot 208
R5 curata dalla gente della Racing Lions
guarisse dai suoi malanni e lo era pure che
Paolo Andreucci, dopo lo stop subito al
Sanremo, il primo da quando è tornato a
gareggiare per il Leone Rampante, tornas-
se a vincere. Ad ammetterlo, a bocce fer-
me da un istante, è lo stesso garfagnino:
“Come era prevedibile s'è tornati ad esse-
re protagonisti fino alla fine”, dice dopo
aver ringraziato gli uomini di Paolo Fabri-
zio Fabbri per avergli consegnato una vet-
tura perfetta e la Pirelli per avergli fornito
“scarpe” altrettanto perfette per danzare
sull'asfalto siciliano. Dopo aver osservato
che quella ottenuta nel palermitano è una
delle sue più belle vittorie.
E' andato davvero forte, Ucci. Ha comin-
ciato a scaricare la sua tremenda voglia di
dimenticare i tanti, troppo problemi pati-
ti al Ciocco e la beffa subita al Sanremo fin
dai primissimi metri di gara. Subito in
testa, nella prima frazione ha lasciato solo
un paio di successi parziali a Giandomeni-
co Basso e, di fatto, messo una seria ipote-
ca sull'attico del podio. Tanto pesante da
convincere il veneto a stravolgere l'assetto
della Fiesta alimentata a gas per provare a
mettergli il sale sulla coda. “Abbiamo
ancora qualche problema legato al peso
supplementare che ci portiamo dietro per
via dei consumi maggiori e abbiamo ten-
tato di risolverli in gara. A volte funzio-
na...”, fa Giando. Già, a volte. Ma questa
volta non ha funzionato e il divario fra i
due è lievitato in fretta. Consigliando all'in-
seguitore di rinunciare al colpaccio e all'in-
seguito di prendersela un tantino più
comoda. “Va comunque bene così: alla par-
tenza avrei firmato per il secondo posto...”,
butta lì senza rimpianti. E di rimpianti non
può davvero averne Andrea Nucita, terzo e
ancora una volta grandissimo. Che il mes-
sinese vada come il vento è talmente chia-
ro che hanno cominciato a capirlo persino
quei fenomeni della federazione, ma sulle
strademadonite è stato (se possibile) anco-
ra più incisivo del solito. Anche e soprat-
tutto nel finale, resistendo a Umberto
Scandola in un testa a testa che resterà a
lungo nelle menti e nei cuori degli appas-
sionati. “E' andato forte”, mormora Umbi
senza troppa allegria. Ci ha provato, il vero-
nese, ma non ce l'ha fatta a salire sul podio.
Malgrado il triste tentativo dei suoi di man-
dare in confusione l'avversario chiedendo
e ottenendo che andasse all'ultimo assalto
con un minuto di ritardo sul tempo teori-
co. Per impedirgli di avere i conforto degli
intertempi. Storie di ordinaria follia in un
mondo che finge di non vedere che il tem-
po delle furbate e furbatine è definitiva-
mente finito.
Storie che non bastano a far dimenticare il
tanto di bello che la Targa, la mitica Targa,
numero novantotto ha offerto. Grazie ai tre
del podio, ma anche a Ivan Ferrarotti e a
Stefano Albertini, strepitoso. E pure aMar-
co Runfola che pure ha dovuto arrendersi
nel finale. Non prima, però, di aver ribadi-
to di saperci fare parecchio.
Ancora problemi di peso
per la Fiesta di Basso
Albertini primo
tra gli Junior