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MONDIALE RALLY
ARGENTINA
Guido Rancati
“Non è ancora tutto perso”, dice Sébastien
Ogier sabato sera, prima di infilarsi in
albergo. Da qualche ora i numeri non auto-
rizzano più il campione della Volkswagen
a ritenere possibile una rimonta che all'al-
ba, al via della seconda tappa, lui e gran
parte della gente dei rally considerava pro-
babile se non scontata: nell'ottava prova un
pneumatico dechappato lo aveva costretto
a lasciare per strada tempo prezioso e il
fossettino che fino a quel punto lo separa-
va dal primato era diventato un fiume assai
difficile da guadare. Ma il francese non dice
tanto per dire. Osserva che le prove che
ancora restano sono particolarmente diffi-
cili e a chi lo ascolta vien da pensare che a
puntellare le sue residue speranze sia la
considerazione che, certamente capace di
imprese notevoli, Jari-Matti Latvala, l'uni-
co che gli è davanti in una classifica dai
contorni già piuttosto definiti, non ha nel-
l'affidabilità la sua dote migliore. E sulla
montagna a ridosso di Villa Carlos Paz, su
strade che nel tempo varie generazioni di
assi hanno sfruttato per scrivere paginate
intere di storia del Rally d'Argentina, ci
vuole davvero poco per commettere un
errore fatale. Per fare una frittata dal gusto
amarissimo, basta esagerare un tantino.
Invece il finlandese con l'altra Polo vuerre-
cì le affronta con la stessa accortezza
mostrata nella prova-spettacolo che ha
chiuso il sabato. Stando bene attento, ogni
volta che si infila il casco in testa, a connet-
tere l'interfono e non disconnettere il cer-
vello. Lascia che nella nebbia del mattino
Mikko Hirvonen indossi i panni del matta-
tore e bada solo a evitare le mille trappole
disseminate sul percorso. L'idea di aggiun-
gere altri successi parziali ai cinque otte-
nuti nei dieci round delle prime due gior-
nate manco lo sfiora. Sa di essere in una
botte di ferro ed evita con insolita lucidità
di complicarsi la vita. Prova dopo prova
anche Ogier si convince che l'esito della
guerra sudamericana è ormai scritto e
rinuncia a punzecchiare il compagno di
squadra. Ma non a dare un'altra zampata
sul tratto di El Condor, quello che distri-
buisce quale che punto supplementare. Ci
dà dentro e mette tutti in riga. Ai diciotto
punti del secondo posto ne aggiunge tre,
due più di Latvala battuto anche da Hirvo-
nen. I conti sono presto fatti: il finlandese
intasca ventisei punti e il francese dician-
nove. Abbastanza per restare saldamente
in testa nella corsa al titolo che è sempre
di più una faccenda privata fra i due della
panzerdivision tedesca.
Il nordico festeggia il primo posto e lui si
consola ampiamente con la certezza di
aver compiuto un altro passo verso la con-
quista di un altro iride. Il problema a una
“scarpa” brucia ancora, ma un po' meno:
“Un secondo posto – filosofeggia – è pur
sempre meglio di niente...”.
Alla Volkswagen
è l’ora dei record
I primati, si sa, sono fatti per essere battuti e grazie a
Jari-Matti Latava la Volkswagen ha rastrellato il nono
successo consecutivo, battendo quello stabilito qualche
anno fa dalla Citroen la cui miglior striscia di successi
s'era fermata a quota otto. Jost Capito ripete che
l'obiettivo resta la conquista delle due corone iridate,
ma intanto ha un altro record da mettere in bacheca.
1...,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39 41,42,43,44,45,46,47,48,49,50,...94
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