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FORMULA 1
GP MONACO
I risultati del weekend
PL1: Hamilton 1° - Rosberg 2°
PL2: Hamilton 2° - Rosberg 20°
PL3: Hamilton 1° - Rosberg 3°
QUA: Rosberg 1° - Hamilton 2°
Gara: Rosberg 1° - Hamilton 2°
HAMILTON HA INIZIATO
LA GUERRA A MONTMELÒ
C'è voluto poco perché venissero dati con-
torni precisi all'episodio riferito da Lauda.
E così si è scoperto che a Barcellona, negli
ultimi giri del duello con Rosberg, Hamil-
ton ha contravvenuto gli ordini che la squa-
dra aveva impartito ai piloti, utilizzando più
volte il tasto OT sul volante della propria
Mercedes W05. La sigla, che sta per "Over-
take", cioè sorpasso, identifica un bottone
che quando premuto libera tutta la poten-
za della power-unit progettata a Brixworth,
a costo però di un maggiore stress per le
parti meccaniche. Con i motori contingen-
tati prendere un rischio del genere quando
i rivali sono lontani anni luce non ha sen-
so, e quindi l'utilizzo di quella modalità per
adesso è severamente vietato. Peccato che,
in difficoltà di fronte alla pressione del
compagno, Hamilton sul Circuit de Catalu-
nya lo abbia fatto ripetutamente. Rosberg
lo ha scoperto nel peggiore dei modi, quan-
do nel corso del briefing post gara i tecnici
Mercedes rinfacciano l'accaduto a Lewis
che dal canto suo, come riferito da Lauda,
si scusa come un bambino colto con lemani
nella marmellata. Impossibile sapere se tra
i due ci siano state altre discussioni a segui-
to della scorrettezza di Hamilton, ma il
retroscena rivelato dall'ex pilota austriaco
spiega senza ombra di dubbio che a rompe-
re il rapporto di fiducia tra i due piloti è sta-
to proprio Hamilton, una notizia che met-
te sotto una luce differente gli avvenimen-
ti di Monaco. Che qualcosa tra i due non
andasse, in effetti, lo si era capito già nelle
dichiarazioni pre-evento, in cui l'inglese,
ancora una volta attaccando briga per pri-
mo, aveva riservato dichiarazioni piuttosto
caustiche a Rosberg: "ANicomanca la fame
- aveva detto Hamilton - perché lui è cre-
sciuto tra jet privati e alberghi di lusso. Io
vengo da Stevenage dove dormivo sul diva-
no di mio padre, sono due situazioni molto
differenti". Un vero e proprio attacco basa-
to sulle diverse origini dei due, come se
dopo aver tradito Rosberg in pista Lewis
avesse puntato a destabilizzarlo ulterior-
mente dal punto di vista psicologico. Pur-
troppo per lui, con scarsi risultati.
LEWIS VITTIMA
DEL SUO GIOCO
Basta schiacciare il tasto avanti veloce sul
registratore della memoria e ripassare al
dopo-qualifiche di sabato per vedere come
la strategia della tensione alla fine si sia
rivoltata contro Hamilton. Infastidito da
come la Mercedes abbia immediatamente
difeso a spada tratta Rosberg dalle accuse,
Lewis è nervoso e con la stampa inglese si
lascia andare a confidenze al limite della
paranoia: "Di solito facciamo sempre il
briefing post qualifica insieme - riferisce a
Sky Sport UK - ma questa volta io sono
andato in bagno e quando sono tornato
Nico aveva già finito il suo. Fortunatamen-
te gli ingegneri avevano preso appunti e
quindi siamo stati comunque in grado di
condividere dati e impressioni". In gara,
poi Hamilton ha continuato a vedere fan-
tasmi: in occasione della seconda safety-
car, dopo l'incidente di Sutil, si lamentava
per non essere stato richiamato ai box: "Ci
saremmo dovuti fermare il giro scorso, ma
sapevo che non mi avreste fatto rientrare",
è stato l'appunto del britannico al suo
muretto, in pratica una teoria del complot-
to ai suoi danni spiattellata in diretta mon-
diale. Poi, quando il distacco da Rosberg
aumentava per via del pulviscolo che gli è
entrato nell'occhio sinistro, Hamilton chie-
deva quali sono i distacchi. Il suo ingegne-
re ha risposto con il vantaggio su Ricciar-
do, in terza posizione, ma Lewis piccato:
"Non mi interessa di Ricciardo, datemi il
distacco da Nico".
LA SCIABOLATA
DI WOLFF
A fine gara, sceso dalla vettura, Hamilton
ha rincarato la dose, evocando addirittura
il suo ex team: "In McLaren avevamo uno
stratega a testa. La sua unica priorità era
procurare il massimo vantaggio al proprio
pilota, disinteressandosi dell'altro. Qui
invece lo stratega è uno solo. È bravissimo,
ma il suo compito è tutelare il pilota che sta
davanti, che ha la priorità. Quindi sapevo
che sarebbe andata così". Un paragone
infelice, soprattutto in un momento in cui
le vetture di Woking mangiano la polvere,
ed Hamilton dovrebbe essere felice di gui-
dare una W05 vincente piuttosto che una
MP4-29 che boccheggia. Non a caso, la
risposta di TotoWolff è arrivata secca come
una sciabolata: "Abbiamo una regola inter-
na al team, che dice che la strategia viene
fatta sulla macchina che sta davanti. E in
ogni caso, non è il pilota a poter decidere
quando fermarsi". Poche parole, anche in
questo caso, ma sufficienti a rimettere il
campione di Stevenage al suo posto. Se
Hamilton davvero voleva dare il via a una
guerra psicologica, beh allora esce dalla
prima battaglia con una debacle, ed è diffi-
cile pensare che le continue lamentele e la
ragnatela di sospetti che ha tessuto a
Monaco gli abbiano conquistato delle sim-
patie all'interno del team.
ROSBERG UN SIGNORE
BRAVA LA MERCEDES
A stupire, per certi versi, è stata proprio la
tranquillità e l'apertura con cui il team
Mercedes ha gestito l'aspetto pubblico di
questa diatriba. Sicuramente il vantaggio
siderale che il team di Stoccarda ha in
questo momento sulla concorrenza
(siamo alla quinta doppietta su
sei gare) aiuta a prendere
le cose con filosofia,
ma il modo in cui
i boss del team
ha sopportato
la situazione
innescata dai
loro
piloti
merita un plau-
so.
Difendere
Rosberg dalle accuse di
scorrettezza era un dovere impre-
scindibile per Toto Wolff e i suoi, mentre
l'evidente invito ad Hamilton a lasciare
perdere e concentrarsi sulla prossima gara
è probabilmente il modo migliore per por-
re fine alla questione. Certo, prima di
lasciare Monaco Lewis non si è fatto scap-
pare un'ultima occasione per far discutere,
rinnegando la decennale amicizia con
Rosberg: "Non siamo amici, solo colleghi",
ha detto. Anche in questo caso, Nico ha fat-
to una figura decisamente migliore: "Sia-
mo sempre stati amici - ha commentato il
tedesco - e saremo sempre amici. Certo, poi
dipende da che significato si dà alla parola
amici. Noi abbiamo un buon rapporto e
lavoriamo bene insieme". In termini calci-
stici sa tanto di 3-0 e palla al centro, una
situazione impensabile solo tre settimane
fa a Barcellona e che Hamilton dovrà sbri-
garsi a ribaltare con una prestazione delle
sue nel GP del Canada. Altrimenti, l'inerzia
del campionato potrebbe passare tutta dal-
la parte di Rosberg e non sarebbe salutare,
ora che il tedesco ha dimostrato di essere
un avversario più duro del previsto".