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I risultati del weekend
PL1: Hamilton 1° - Rosberg 2°
PL2: Hamilton 2° - Rosberg 20°
PL3: Hamilton 1° - Rosberg 3°
QUA: Rosberg 1° - Hamilton 2°
Gara: Rosberg 1° - Hamilton 2°
Stefano Semeraro
Consumarsi nell'attesa. Anzi: bruciarsi
letteralmente nella speranza di vedere
finalmente un orizzonte libero. La tem-
peratura nella Mercedes era già abba-
stanza alta la scorsa settimana, per via
dei rapporti bollenti fra Nico Rosberg e
Lewis Hamilton, ma a Montreal a rovi-
nare tutto – per l'inglese, soprattutto -
ci sono messi anche i freni. Che hanno
costretto Hamilton al ritiro e costretto
Rosberg a rinunciare all'ennesimo suc-
cesso per la Stella, anche se alla fine il
biondino è riuscito a strappare un
secondo posto dietro Daniel Ricciardo e
alla rinata e molto opportunista Red
Bull. Già dalla partenza, del resto, si era-
no viste scintille. Hamilton, prevedibil-
mente caricato a mille e frustrato per la
pole del compagno di squadra ha tenta-
to subito di passare con le cattive,
all’esterno. Rosberg ha resistito finendo
per bloccare le gomme arrivando lungo
e toccand l'altra Mercedes permettendo
a Sebastian Vettel di infilarsi in seconda
posizione, a sandwich fra i due litiganti.
Da lì è iniziata la rincorsa furente di
Hamilton, che non è riuscito a calmare
i bollenti spiriti sino a quando, al secon-
do pit-stop al 46esimo è riuscito a pas-
sare Rosberg, nonostante già da sei, set-
te giri il muretto avesse avvertito i due
litiganti che c'era qualcosa che non fun-
zionava, del fumo sospetto sotto l'arro-
sto. Una gioia, una liberazione. Ma bre-
vissima, visto che il giro seguente
Hamilton ai box è dovuto tornarci di
nuovo: ma stavolta per ritirarsi, con il
la monoposto in avanzato stato di “cot-
tura”.
«Credo che lamia gara sia stata compro-
messa proprio dal fatto che ho passato
tanto tempo dietro Nico – ha sbottato
alla fine Lewis – quando segui così da
vicino un'altra vettura è inevitabile che
le temperature si alzino. PermeMontre-
al è sempre stato un buon circuito,
anche stavolta mi sono battuto e penso
di aver fatto una bella gara, peccato che
non fosse proprio la nostra giornata.
Quando ho passato Nico al secondo pit-
stop mi sono detto “wow”, era ora, ma
alla curva 10 i freni mi hanno mollato.
Era da un po' che ci avevano avvertito di
un calo di potenza, non ho potuto farci
niente. Nico ha portato a casa 18 punti,
e questo è un bene per la squadra, ora
speriamo di non avere altri problemi.
Anche perché per me si tratta del secon-
do ritiro (dopo quello di Melbourne,
ndr), mentre Nico è a zero...».
Chi vuol intendere, intenda, il risorpas-
so casalingo in testa alla classifica –
Rosberg è tornato primo con 140 punti,
Hamilton secondo a 118 – sicuramente è
uno schiaffo al morale dell'inglese che
sta patendo molto la concorrenza inter-
na. E chissà fino a quando in casa Mer-
cedes continueranno a concedere le pari
opportunità ai loro due galletti.
«Che battaglia!», ha commentato
Rosberg. «All'inizio sono riuscito a
difendermi bene dall'attacco di Lewis,
poi gestire il calo di potenza quando il
sistema MGU-K è andato in panne su
entrambe le vetture non è stato facile. Al
pit-stop ho avuto qualche problema, sta-
vo cercando disperatamente di raffred-
dare i freni anteriori, Hamilton mi è sal-
tato davanti, poi è successo tutto in fret-
ta. Nel finale ho cercato di difendermi da
Perez, poi è arrivato Ricciardo, aveva
troppa più potenza e mi ha passato. E ho
dovuto persino farmi spiegare dai miei
ingegneri che ero secondo, io credevo di
essere quinto o sesto!».
A spiegare le ragioni del calo di potenza
è stato il direttore tecnico Paddy Lowe:
«A quanto pare è stato un problema con
l'alto voltaggio del controllo elettronico,
in altre parole da un certo momento in
poi entrambe le vetture hanno perso
l'energia del motore ibrido, e senza la
potenza addizionale del Kers i freni si
sono surriscaldati. Nico è stato bravissi-
mo a mantenere la posizione dal 37° al
67° giro, cercando di guadagnare nei pri-
mi de settori quello che perdeva nel ter-
zo, ma alla fine ha dovuto arrendersi a
Ricciardo. Peccato, ci eravamo abituati
alle doppiette, ora dobbiamo lavorare
perché problemi del genere non si ripre-
sentino».
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