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ITALIANO RALLY
ITALIA-SARDEGNA
E guidare a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire. Non
cercano sensazioni forti come il Lucio Battisti della disperata e disperante Emo-
zioni, i piloti iscritti al rally ligh che si preparano ad affrontare la Terranova
Nord. Ripartiti da qualche ora da Alghero, avrebbero dovuto riprendere a sfi-
darsi sulla terra sarda una dozzina di minuti dopo le sedici. Ma non tutto è anda-
to come, con colpevole eccesso di ottimismo, avevano sperato nella stanza dei
bottoni e Umberto Scandola, primo nella provvisoria e sulla strada, si fionda sul
tratto che sono già passate le diciannove. Non c'è un filo d'aria, il direttore di
gara non dovrebbe avere problemi a immaginare che la polvere resterà sospesa
per parecchio nell'aria della sera. E qualcuno ipotizza che dia l'ordine di caden-
zare le partenze di tre minuti in tre minuti. Per dare un senso al concetto di equi-
tà sportiva e, soprattutto, per motivi di sicurezza. Ma l'ordine non arriva, quel-
li che seguono più da vicino il veronese della Skoda partiranno come previsto
ogni due minuti. Non tutti, però. Non Paolo Andreucci al quale un commissa-
rio frastornato fa sapere che per lui il verde scatterà un minuto dopo la parten-
za di chi lo precede. Furioso, il garfagnino della Peugeot riesce a conservare la
lucidità necessaria ad adeguarsi alla situazione e a mettersi in qualche modo alle
spalle il tratto. Lasciando comunque per strada secondi che pesano. La gara con-
tinua i tre minuti restano un sogno anche quando, con il calar della notte, lo
schermo di polvere si fa muro.“E' assurdo correre così”, osserva Giandomenico
Basso quando finalmente la giornata finisce anche per i figli di un dio minore.
Renato Travaglia rincara la dose: “Non si vedeva niente: è inutile fare le gare
così. Chi parte per primo ha due minuti di vantaggio su noi che seguiamo e
rischiamo la vita”. Chissà se chi avrebbe avuto il dovere di evitare ai piloti rischi
insensati si degnano di ascoltare il suo grido.
Era quarto, Simone Campedelli. A un minuto ventidue e
spiccioli da Umberto Scandola, ma ad appena tre secon-
di a quattro da Giandomenico Basso. E non serve esse-
re particolarmente bravi nel far di conto per immagina-
re che il romagnolo avrebbe potuto fare il colpaccio.
Invece la sua gara – peraltro belloccia – s'è conclusa a
una manciata di chilometri dall'ultimo controllo stop,
quello della interminabile Monte Lerda. Rovinosamen-
te con una serie di looping che la Fiesta non ha gradito.
POLVERE
DELLA DISCORDIA
CAMPEDELLI
E IL COLPACCIO
SFIORATO
1...,42,43,44,45,46,47,48,49,50,51 53,54,55,56,57,58,59,60,61,62,...94
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