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ITALIANO RALLY
ITALIA-SARDEGNA
Guido Rancati
Ha vinto Giandomenico Basso, bravissimo a uscire indenne dai quasi
sessanta chilometri della Monte Lerno e a ribaltare a suo favore una
situazione che nella notte fra venerdì e sabato, dopo le prime cinque
prove speciali, quando era terzo a un minuto diciannove e cinque da
Umberto Scandola (e a quarantatré secondi e sette da Paolo Andreuc-
ci) era seriamente compromessa. Ma a far notizia è che il Rally Italia
Sardegna riservato a chi ha nel mirino il titolo tricolore e il Trofeo Ter-
ra s'è concluso. Quarantasei ore e passa dopo il via, con un ritardo sul-
la tabella di tre ore abbondanti, ma sé concluso. Quando, fra soste lun-
ghissime nella campagna sarda, il trevigiano con la Fiesta e i suoi com-
pagni di disavventura cominciavano a pensare che la pedana fosse solo
un miraggio.
Rivedere Alghero fa dimenticare molte cose. Anche il tempo esagerata-
mente lungo impiegato a macinare la miseria di cento e tredici chilo-
metri di piesse su una terra che loro, passati sempre dopo i colleghi
impegnati nel mondiale, hanno trovato come sempre cosparsa di pie-
tre, pietruzze e pietroni. Anche i rischi corsi il venerdì sera quando ave-
vano dovuto confrontarsi con una visibilità ridotta che più ridotta non
si può. Le bollicine stemperano la rabbia, il resto lo fa la paura di rom-
pere quel che resta di un giocattolo che cade a pezzi. E l'atavica abitu-
dine a non dire cose che potrebbero non piacere a coloro che risiedono
là dove si puote ciò che si vuole: il nostro piangere fa male al re, fa male
al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam (grazie Enzo Ian-
nacci). Eppure qualche cosa viene fuori. Da Anna Andreussi che defi-
nisce irritante l'essere stata costretta dall'incapacità di un commissario
ad avventurarsi nella prima prova vera un solo minuto dopo Basso. Da
Renato Travaglia che mentre festeggia il suo primo posto fra i terraioli
ricorda quanto è stato pericoloso gareggiare nella polvere a tratti impe-
netrabile. Il resto è poca roba. L'onestà – pregevole – di Basso nel rico-
noscere che se i due che lo precedevano non avessero forato non ce
l'avrebbe mai fatta a vincere, il filosofeggiare di Scandola ricordando
che a volte va bene e a volte va male, la contenuta delusione di Paolo
Andreucci che sperava di vincere e s'è ritrovato terzo. Con Stefano
Albertini dietro di un soffio dopo aver centrato una pietra in traiettoria
e aver percorso l'ultima ventina di chilometri con una ruota un po' aper-
ta e senza idroguida. E' proprio vero che a volte certi problemi arriva-
no nel momento più opportuno...
Così Guido D’Amore
ha commentato
in maniera spiritosa
la gara in Sardegna
1...,40,41,42,43,44,45,46,47,48,49 51,52,53,54,55,56,57,58,59,60,...94
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