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ITALIANO RALLY
SAN MARINO
Guido Rancati
C'è qualcosa di surreale, nella sera sammarinese. Incolonnate come da
copione, le auto dei protagonisti di quello che resta di una rally che fu
un gran rally fanno da sfondo allo studiolo televisivo nel quale trovano
posto un dirigente della Peugeot Italia e uno della Skoda Italia. Ma è
solo Eugenio Franzetti, responsabile della comunicazione del Leone, a
parlare. Sostanzialmente per ribadire che a convincere la sera prima gli
uomini della Racing Lions a presentare reclamo era stata soprattutto la
voglia di fare chiarezza. Poi tocca ai piloti, a Paolo Andreucci e a Gian-
domenico Basso. Non a Umberto Scandola al quale evidentemente han-
no imposto la consegna del silenzio in attesa che sulla faccenda si espri-
ma il Tribunale d'Appello al quale la sua squadra s'è rivolta. Per otte-
nere giustizia, forse. Forse solo per permettergli di restare in qualche
modo in corsa fino alla fine, anche dopo che il collegio dei commissari
sportivi in servizio sotto il Titano ne aveva decretato l'esclusione per
aver concluso la doppia prova su asfalto con un paio di “scarpe” - da
terra, come da regolamento specifico – troppo usurate. Al solito, il gar-
fagnino si sforza di disegnare un quadro della situazione il più dolce
possibile. Ripete che il veronese è andato davvero forte e ringrazia tut-
ti coloro che gli hanno permesso di vincere in volata una sfida tirata
assai. Il trevigiano dice qualcosa di più e, tirato per i capelli dal condut-
tore della trasmissione, afferma quello tutti sanno: che sulle strade
catramate, meno battistrada c'è e meglio è. Riguardo alla sua gara, la
liquida in fretta. Fa notare che ad allontanarlo dai due di testa è stata
la rottura della barra e chiude con la considerazione che un podio è pur
sempre un podio. E chissà se si considera secondo o terzo. Non è un
dettaglio, non per la graduatoria tricolore.
Intorno, gli appassionati che hanno seguito la gara si dividono. Quelli
che parteggiano per Ucci festeggiano la seconda vittoria stagionale del
loro favorito, quelli che tifano per Umbi ignorano che il loro protetto è
stato comunque battuto e accusano il rivale di non saper perdere. Pochi,
pochissimi parlano di un duello vivace come pochi. Nessuno spende
parole per evidenziale la stranezza che un rally sul terra abbia rischia-
to di essere deciso da un tratto d'asfalto proposto due volte. Nessuno
pare aver voglia di osservare che l'aria sarebbe assai più respirabile se
il controllo preteso dalla Peugeot fosse stato effettuato d'ufficio...
Giandomenico Basso
IL PRECEDENTE
McRAE ESCLUSO E RIAMMESSO
Il caso sammarinese ha un precedente illustre. Qualcosa di molto
simile era successo anche al Tour de Corse del mille e novecentono-
vantotto, quando Colin McRae aveva concluso la prima boucle a due
secondi e mezzo da Tommi Makinen. Ma con gli pneumatici ante-
riori della sua Impreza decisamente usurati, senza più quel minimo
di scolpitura che il regolamento imponeva e impone. La cosa non era
sfuggita a Jacques Berger, apprezzato tecnico federale, e a sera la
patata bollente era arrivata su tavolo del direttore di corsa. Che ave-
va escluso lo scozzese dalla gara. Poi il reclamo della Prodrive i cui
uomini sostenevano che a provocare un eccessivo consumo delle
“scarpe” dell'Impreza era stata una foratura e il contrordine. Il
Ragazzaccio restava in gara. E andava a rivincere sull'Ile de Beauté.
Umberto Scandola
1...,74,75,76,77,78,79,80,81,82,83 85,86,87,88,89,90,91,92
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